Le paghe dei comaschi tra le più basse in Lombardia: «È l’effetto del turismo»

Retribuzioni Lo studio nazionale sui contratti di lavoro. A Milano stipendi al top: 33 euro al giorno in più del Lario . E la provincia dove si lavora di più in Italia è Lecco

Un comasco guadagna in media 91euro al giorno, una retribuzione che colloca la provincia al 27esimo posto in Italia, ma che risulta tra le più basse in Lombardia. Lecco invece è il territorio dove si registrano il maggior numero di giornate lavorative l’anno. I dati Inps, elaborati dall’Ufficio studi dell’Associazione artigiani e piccole imprese Cgia di Mestre, prendono in considerazione i lavoratori dipendenti del privato esclusi operai agricoli e domestici.

Milano, stipendi top in Italia

Nel 2021 la retribuzione media giornaliera più elevata d’Italia è stata erogata ai lavoratori di Milano (124 euro) seguita da Bolzano (104,8 euro) e Parma (103,8 euro). A livello regionale dopo Milano Lecco (97,08 euro) e Varese (96,86 euro), Como è settima con 91,58 euro. Gli stipendi giornalieri più bassi si rilevano a Cosenza (66,8 euro), Vibo Valentia (66,7) e Ragusa (66,5).

L’Osservatorio prende in considerazione anche il numero medio di giornate lavorate nel 2021, la classifica è guidata da Lecco (259,5 giorni) definita dalla ricerca la provincia degli «sgobboni», a seguire Vicenza (258,2) e Treviso (256,9). A Como la media è stata di 247,6 giornate lavorative, terzultima in Lombardia, dove chiude la graduatoria Sondrio con 230,5. Le province italiane dove i lavoratori sono stati meno in ufficio o in fabbrica sono Nuoro (193,7 giorni), Messina (193,4) e Vibo Valentia (177,2).

Moltiplicando i dati sopra, stipendio medio giornaliero e giornate lavorative, si calcola la retribuzione media annua che vede ai primi tre posti in Italia: Milano (31.202 euro), Parma (25.912) e Bologna (25.797). Como con 22.672 euro è terzultima in Lombardia superata da quasi tutte le province compresa Lecco (25.190) e Varese (24.260), si guadagna meno solo a Pavia (21.696) e Sondrio (20.295).

A Como molti lavori stagionali

«Questa differenza è influenzata dal tessuto produttivo di ogni singolo territorio – afferma Salvatore Monteduro segretario Uil Lombardia – Il salario medio comasco è più basso rispetto a Lecco perché Como ha un tessuto produttivo che valorizza molto il turismo e i lavoratori di questo settore sono soprattutto stagionali, il numero di ore lavorate è inferiore rispetto a chi è occupato in modo più strutturale nella metalmeccanica lecchese». Le variazioni contributive secondo Monteduro, sono intrecciate anche al costo della vita nei singoli territori che influenzano le contrattazioni di secondo livello. «Non solo le ore lavorate sono inferiori nel turismo a causa della stagionalità, ma anche la retribuzione media risulta più bassa. In queste settimane si parla del salario minimo a 9 euro, se nell’industria questa soglia viene quasi sempre superata, in altri settori, come in alcuni comparti dei servizi, la paga oraria è minore. Negli ultimi anni si assiste inoltre a una precarizzazione dei rapporti di lavoro, nel turismo si arriva al 60-70% di contratti a termine, come raccontano i numeri mensili di Excelsior-Anpal» conclude Monteduro.

«Lecco sta scoprendo la sua vocazione turistica, ma ha un’economia basata sulle lavorazioni industriali che hanno una configurazione più stabile - aggiunge Marco Frisoni consulente del lavoro – Como proprio per la stagionalità del turismo risente di una collocazione più frazionata dei rapporti di lavoro. Sarà interessante vedere i dati del 2023, l’esplosione turistica di questi anni creerà indotti che non più solo stagionali, ma che si tradurranno in strutturali».

© RIPRODUZIONE RISERVATA