Nuovo accordo fiscale: «Ora c’è più equilibrio sul mercato del lavoro»

Confine Il parlamentare di FdI Andrea Pellicini difende la tassa sulla salute per i “vecchi” frontalieri: «Aiuterà la sanità, in vigore non prima di fine anno»

Nuovi frontalieri, tassa sulla salute, frazione “di giorno”. La lunga chiacchierata con il deputato di Fratelli d’Italia ed ex sindaco di Luino, Andrea Pellicini - che da tempo segue da vicino le vicende di confine - tocca tutti e tre i temi di stretta attualità che stanno interessando i nostri lavoratori, vecchi e nuovi (cioè pre e post entrata in vigore del nuovo accordo fiscale), occupati oltreconfine.

La prima riflessione riguarda il rallentamento della corsa ad un posto di lavoro verso il lato ticinese della frontiera, dopo il debutto della nuova intesa tra i due Paesi. Rallentamento certificato al nostro giornale dalle dichiarazioni di Massimo Suter, presidente di GastroTicino nonché membro del cda di Svizzera Turismo. «Ritengo che ci debba essere un giusto equilibrio nelle relazioni tra Stati confinanti. La Svizzera rappresenta una grande opportunità per tanti lavoratori, a fronte soprattutto di stipendi decisamente più elevati rispetto ai nostri. Ritengo che l’accordo fiscale abbia posto in essere regole d’ingaggio assolutamente equilibrate - le parole del deputato varesino -. In questo contesto, rimarco che quello del nostro Paese è un atteggiamento corretto. Atteggiamento rivolto a dipendere il proprio sistema produttivo, migliorando nel contempo il sistema in generale del lavoro e nello specifico delle retribuzioni. Ciò non toglie che i rapporti di buon vicinato con il Ticino debbano rimanere tali».

Nel contempo, tra le novità che corrono lungo la frontiera, spicca sul versante italiano la “tassa sulla salute” da 30 a 200 euro, pensata da Governo e maggioranza per supportare la sanità di confine (medici e infermieri), attratta anch’essa dalle sirene degli stipendi ticinesi e riservata ai vecchi frontalieri.

«Come ogni tassa, anche quella sulla salute crea più di un pregiudizio. L’unico aspetto positivo è che questo contributo non va nel calderone generale, ma è finalizzata ad istituire un fondo in sostegno degli ospedali di frontiera - nel dettaglio a medici e infermieri - alle prese con la cronica carenza di personale - fa notare Andrea Pellicini - l’aumento degli stipendi è sicuramente un incentivo importante a rimanere sul territorio. Il ministro Giancarlo Giorgetti con la “tassa sulla salute” ha cercato di creare un contributo federalista, finalizzato alla tutela della sanità di frontiera. Non credo potrà essere applicata prima della fine dell’anno dalle Regioni interessate. Al momento occorrono anche alcuni passaggi interministeriali». E il nuovo anno si è aperto con la novità della frazione “di giorno”, destinata - stando a quanto decifrato (a fatica) nel collegato della Riforma fiscale - a rivoluzionare lo status stesso di frontaliere. Ma su questo punto il deputato di Fratelli d’Italia non ha dubbi: «È un falso problema. E questo perché il collegato alla riforma fiscale nulla ha a che vedere con lo status di frontaliere, ma ridefinisce il criterio di residenza fiscale, sostituendo il criterio del domicilio con quello della residenza effettiva. Nel caso dei frontalieri, il problema non sussiste in quanto è l’accordo fiscale che li definisce fiscalmente residenti in Italia e nonostante ciò li assoggetta alla tassazione svizzera (totale per i “vecchi” frontalieri e “parziale” per i nuovi)».

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