Svizzera, le donne scendono in piazza: «Allineare i salari a quelli degli uomini»

Oltre confine Il 14 giugno mobilitazione del “popolo viola”: «Gap di 9.400 franchi l’anno». Il tema tocca da vicino anche le lavoratrici frontaliere. Si prevedono 500mila partecipanti

Tutto pronto nella vicina Confederazione per la grande mobilitazione del “popolo viola”. Si stima che almeno mezzo milione di donne il prossimo 14 giugno scenderanno in piazza con due grandi temi al centro delle rivendicazioni, uno dei quali legato ai salari. Alla mobilitazione, che coinvolgerà anche il Ticino, hanno aderito i sindacati, singole associazioni, ma anche diverse forze politiche, a cominciare dalla sinistra con il Partito Socialista.

Le ragioni

Un focus sarà dunque dedicato alle marcate differenze salariali tra uomo e donna. Riprendendo i motivi di questa protesta - la cui eco in occasione della grande mobilitazione del 2019 aveva subito valicato i confini federali, con ampio risalto anche nel nostro Paese - il sito Ticinonews.ch ha quantificato questo segno “meno” in 9.400 franchi l’anno, prendendo come modello un salario medio. Da qui la richiesta di «stipendi più equi». Discorso che inevitabilmente tocca anche molte lavoratrici frontaliere.

Tornando alla mobilitazione del 2019 - il “popolo viola” era sceso in piazza con numeri più contenuti anche lo scorso anno - a Berna, sulla piazza Federale, si erano contate quasi 40mila presenze. A Zurigo, per contro, la mobilitazione aveva richiamato 70mila persone. A Bellinzona, infine, erano state stimate tra le 8mila e le 10mila presenze. Un dato che potrebbe aumentare in modo considerevole quest’anno. Da ricordare, in questo contesto, anche il voto popolare che ha innalzato da 64 a 65 anni l’età pensionabile delle donne, dentro la riforma della cosiddetta “Avs21”.

In quell’occasione, il consigliere federale ed oggi presidente di turno della Confederazione Alain Berset aveva rimarcato come «questa misura è accompagnata da una compensazione in favore delle donne nate tra il 1961 e il 1969. Un supplemento di rendita e migliori condizioni in caso di prepensionamento. Supplemento pari a 160 franchi per le donne con un reddito annuo determinante fino a 57.360 franchi, 100 franchi fino a 71.700 franchi e 50 franchi a partire da 71.701 franchi». Ma certo i malumori erano rimasti.

Dunque ora la parola passa alle piazze. In questo contesto vanno ricordate le parole del sindacato ticinese Ocst in occasione della mobilitazione del 2019. Parole che risuonano ancora oggi di estrema attualità: «Rispetto, libertà, parità, dignità, lotta contro ogni forma di discriminazione a tutti i livelli. Questi i messaggi principali trasmessi da Piazza Governo, dove si prendono decisioni che impattano sulla vita delle donne».

Lo studio

Da ultimo va segnalato un recente studio che ha evidenziato le differenze salariali tra uomini e donne suddividendoli per settori. Anche in questo caso, alle latitudini ticinesi (e non solo), il discorso riguarda anche le lavoratrici frontaliere. E così si è scoperto che la differenza è pari all’8,1% nei servizi di alloggio e ristorazione, al 17,7% nel commercio al dettaglio per arrivare poi al 21,7% nell’industria dei macchinari ed al 33,4% nel settore finanziario e assicurativo. Nel settore pubblico il gap salariale è più basso e si attesta in media al 18,1%.

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