«Vincoli e regole. Le aziende agricole soffocate dai costi»

La protesta Una delegazione di Coldiretti a Bruxelles. Il presidente Trezzi: «L’Europa dia risposte chiare. Servono interventi anticrisi per risollevare il settore»

Trattori (ne sono confluiti oltre 1500), agricoltori, allevatori sono tornati in forze ieri a Bruxelles per dar corso ad una nuova protesta, molto “calda” sotto il profilo dei contenuti, nei confronti dell’Europa e dei ministri dell’Agricoltura dei Paesi che fanno riferimento all’Ue, riuniti sul tema sensibile della semplificazione della Pac (la Politica agricola comune).

Nutrita anche la rappresentanza comasca e lecchese. «Come Coldiretti Como Lecco siamo qui - insieme agli agricoltori italiani e lombardi - per chiedere che vengano recepite le nostre istanze. Non è più tempo di annunci, vanno cambiate subito le regole che rischiano di portare al collasso la nostra agricoltura in tempi di grandi incertezze internazionali», ha rimarcato da Bruxelles il presidente della Coldiretti interprovinciale Fortunato Trezzi.

Forti e ben argomentate le richieste, dallo stop alla burocrazia, all’aumento dei costi che danneggiano gli agricoltori italiani, incrementando nel contempo gli aiuti alle aziende per contrastare la crisi. Nel Piano presentato da Coldiretti nel “cuore” del potere europeo figurano anche la moratoria sui debiti e così il rafforzamento della direttiva europea contro le pratiche sleali, con un passaggio forte anche sulla cancellazione in via definitiva dell’obbligo dei terreni incolti.

«Vogliamo risposte esaustive – il commento, sempre da Bruxelles, del presidente nazionale di Coldiretti Ettore Prandini -. Chiediamo tempi certi rispetto alle necessità delle nostre aziende per scardinare quei regolamenti che non hanno senso. Per questo abbiamo messo in campo un lavoro costante di mobilitazione, ma anche di rapporto diretto con le istituzioni europee. Una grande organizzazione come la Coldiretti ha il dovere di trasformare la protesta in proposte concrete, nella consapevolezza che la maggior parte delle battaglie cruciali per il futuro delle nostre campagne si combattono proprio a Bruxelles. Proprio per questo abbiamo predisposto un documento strategico anche sulla Pac dei prossimi anni, che deve essere semplice e in linea con le necessità delle imprese. Dobbiamo dire basta alla contrapposizione tra agricoltura e ambiente voluta da Timmermans, gli agricoltori sono il primo presidio ambientale».

Le misure, anticipate da Ettore Prandini in una lettera alla presidente della Commissione Ue Ursula Von der Leyen, puntano innanzitutto a porre fine all’aumento di adempimenti, obblighi e costi per le aziende agricole legati all’applicazione della condizionalità ambientale. Norme troppo stringenti e spesso svincolate dalla realtà che ne hanno reso di fatto impossibile l’applicazione nelle campagne, già colpite dall’aumento costante dei costi di produzione e un corrispondente calo dei prezzi agricoli. Coldiretti ha chiesto anche l’eliminazione di eventuali sanzioni a carico degli agricoltori per il 2024 e il 2025 e di procedere alla cancellazione definitiva dell’obbligo di tenere il 4% di terreni incolti, in quanto la semplice deroga non è sufficiente.

«Al di fuori della Pac, la situazione economica del settore agricolo è però così grave che va affrontata con misure specifiche anticrisi a partire da una piena flessibilità sugli aiuti di stato, prorogando il Quadro temporaneo di crisi e transizione di almeno un anno per consentire agli Stati membri di sostenere gli agricoltori con strumenti efficaci come la moratoria sui debiti - ha fatto notare ancora Coldiretti -. Moratoria che aiuterebbe una larga parte delle aziende agricole soprattutto di piccole dimensioni e condotte da giovani e donne».

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