C’è un branco di lupi vicino a Magreglio: la conferma arriva dalla Polizia provinciale

Il caso Dopo le segnalazioni, la presenza di quattro predatori è avvalorata da una foto. Nessun dubbio anche per il comandante Testa: «Sei mufloni attaccati da più esemplari»

Dopo 200 anni il lupo torna stabilmente nel Triangolo Lariano.

Ad ammettere la presenza dell’animale in questo caso sono la polizia provinciale e la Regione Lombardia. La conferma della presenza del grande predatore è stata ripetutamente segnalata in queste pagine, ma ora c’è l’ufficialità a fronte di foto scattate il 4 novembre che immortalano un branco di quattro esemplari a pochi passi dall’abitato di Magreglio.

La foto trappola

La foto è quella che pubblichiamo qui a fianco. Tre esemplari di distinguono piuttosto nitidamente; del quarto si scorgono le zampe, dietro al primo lupo da destra.

La segnalazione è l’ultima di una serie di testimonianze di avvistamenti di lupi, come quella di agosto quando Corrado Binda dell’Agriturismo Binda del Piano del Tivano raccontava della presenza di tre lupi davanti all’ingresso della proprietà, poi un animale immortalato in foto il 4 settembre a Sormano e molto altro.

Ora c’è l’ufficialità da parte anche dalla polizia provinciale, attraverso le parole del comandante Marco Testa. «È confermata la presenza dei lupi, c’è anche una segnalazione di un branco visto a Magreglio. Dopo le avvisaglie dei mesi scorsi mancava il dato scientifico. Ora c’è un’immagine chiara da una fototrappola, poi abbiamo fatto delle valutazioni incrociate su alcune predazioni in cui gli animali sono stati completamente spolpato oltre ad avere riportato la frantumazione delle costole, dimostrazione chiara della presenza del lupo. Abbiamo spiegato la situazione anche in una serata al Monte Barro raccontando delle predazioni avvenute negli ultimi mesi nel Triangolo Lariano. Queste indicazioni arrivano dal mondo venatorio, che ringraziamo. Recentemente sono stati trovati sei mufloni con segni chiari dell’attacco di uno più lupi».

Cani in libertà e tamponi

Il comandante provinciale torna anche sui dubbi espressi nelle scorse settimane anche a fronte delle foto pubblicate: «La prudenza deriva anche dal fatto che la penisola lariana aveva una grossa presenza di cani, ora non ci sono più grossi dubbi e i carabinieri forestali che hanno collaborato con noi hanno anche un paio di tamponi di cui si attende l’esito. Ora serve anche capire la coesistenza tra il lupo e i cani liberi che potrebbe rappresentare un problema di competizione».

Testa coglie anche l’occasione «per ringraziare il commissario del comprensorio Luca Galli e il cacciatore esperto Riccardo Pozzi».

Da parte di Regione Lombardia Elisabetta Rossi funzionario della struttura Natura e Biodiversità e referente del progetto Life Wolfalps spiega: «La Regione coordina l’attività di gestione, monitoraggio e prevenzione dei danni, questo inverno passerà una nuova campagna relativa alla presenza ed espansione dei nuovi branchi. C’è anche la possibilità di avere una recinzione elettrificata in comodato gratuito, oltre a finanziamenti per la prevenzione e una polizza regionale RC che indennizza i cittadini a fronte di danni provocati dal lupo».

L’utilizzo delle armi

Lo storico locale ed ex presidente della Comunità montana Paolo Ceruti ricorda chi ha visto, addirittura a inizio 1800, i lupi in zona- «L’ultimo racconto che mi è stato fatto della presenza del lupo l’ho raccolto da Primina Taj di Magreglio che ricordava a inizio 1800 della presenza del lupo dalle storie dei suoi avi, proprio a Magreglio dove sembra essere riapparso in questi giorni. Se torniamo ancora più indietro nel 1500/1600 la Vallassina era stata esentata dal divieto dall’uso delle armi proprio per la grande presenza di lupi».

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