È polemica sulle caldaie a cippato nell’erbese: «Daremo soldi al territorio anziché a Putin»

Erba Il tema ha infiammato il Consiglio comunale . Minoranza preoccupata il possibile aumento del Pm10. E il sindaco difende la proposta: «Ridurremo le spese»

Dopo aver ottenuto due milioni di euro da Regione Lombardia, l’amministrazione corre per installare le sette caldaie a cippato che riscalderanno gli edifici pubblici della città.

Prima di Natale è partita la procedura per affidare la progettazione esecutiva e il coordinamento per la sicurezza in fase di esecuzione lavori. Le caldaie sono l’ennesimo motivo di scontro con la minoranza, preoccupata dall’impatto ambientale.

Timori per il combustibile

Il 19 dicembre Domenico Martini, il dirigente dell’area servizi al territorio, ha aperto la procedura negoziata a cui verranno invitati cinque operatori economici.

Il miglior offerente si occuperà della progettazione definitiva ed esecutiva, della relazione geologica, del progetto antincendio, dell’assistenza alla direzione lavori e del coordinamento della sicurezza in fase di posa delle sette caldaie a cippato che scalderanno il municipio, le palestre e alcune scuole della città.

Una corsa necessaria per incassare il contributo regionale: sono due milioni di euro, un milione è iscritto nel bilancio 2022 e la metà restante nel bilancio 2023. L’obiettivo è chiudere la partita entro la primavera, per trovarsi pronti in vista del prossimo autunno.

La discussione sulle caldaie è la miccia che ha portato la minoranza ad abbandonare l’aula nel corso della seduta consiliare del 21 dicembre. Prima che tutto degenerasse, il sindaco Mauro Caprani - ideatore del progetto - ha detto che «basta aprire le finestre per vedere quanto combustibile legnoso abbiamo a disposizione. Nel raggio di 40 chilometri c’è legna a sufficienza per trent’anni: anziché dare i soldi a Putin, li daremo alle aziende del territorio che si occupano del taglio selettivo e della distribuzione del cippato».

Le preoccupazioni della minoranza sono tante, a partire dal possibile innalzamento del Pm10: «I nostri nonni e padri hanno vissuto con la stufa sempre accesa - ha replicato il sindaco - e non mi pare ci sia stata una moria di anziani». Doriano Torchio, capogruppo di Democrazia Partecipata, teme per il futuro degli alberi: «Sicuramente c’è del materiale da tagliare, ma un conto è tagliare qualcosa un altro disboscare. Se pensiamo a un futuro senza bosco, la pagheremo cara. Abbiamo il dovere di lasciare un mondo migliore, magari spendendo qualcosa in più ma senza toccare i boschi».

Eppure il primo cittadino è convinto: «Ridurremo le spese in termini economici del 50-60 per cento, il tempo ci darà ragione. Ho letto e ascoltato molte obiezioni da parte della minoranza, sono le stesse che ho sentito da qualche tecnico quando si procedeva a effettuare i sopralluoghi in vista dell’installazione».

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Accesso agli atti

Una nota che non è piaciuta a Giovanna Marelli di Erba Civica. «Il tono - dice - suona quasi minaccioso. I consiglieri di minoranza hanno tutto il diritto e il dovere di fare accesso agli atti, chiedere documenti e chiarimenti ai tecnici. Se poi i tecnici avessero davvero posto obiezioni di questa portata e non fossero stati ascoltati dal sindaco sarebbe ancora più grave».

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