«I torrenti sono diventati sentieri». Cantù, Alzate e Brenna: allarme siccità
Meteo pazzo Monitoraggio del Circolo Ambiente “Ilaria Alpi”. Il letto del Terrò è asciutto. La denuncia: «La situazione è particolarmente grave in una zona umida come la Brughiera»
Una siccità così grave da trasformare i torrenti in sentieri. Capace addirittura di seccare le sorgenti di aree, altrimenti, umide. Una situazione che preoccupa chi ha a cuore la brughiera del Canturino, nei boschi tra Cantù, Alzate e Brenna, sino al confine con Inverigo e Carugo.
A lanciare l’allarme per le condizioni di alcuni torrenti nell’area canturina, è il Circolo Ambiente “Ilaria Alpi”, nel contesto, peraltro, della Giornata mondiale dell’acqua, che cade proprio oggi, 22 marzo. In questi giorni, alcuni attivisti del Circolo hanno avuto modo di monitorare alcuni torrenti di Cantù e dintorni, attestando una situazione di grave siccità, come dimostrano le stesse foto scattate dagli ambientalisti.
Il monitoraggio
Nel Terrò, nella zona compresa tra Alzate e Cantù, il letto del torrente è completamente asciutto, tant’è che sembra di vedere più un sentiero che non un corso d’acqua. «Il torrente Terrò è secco praticamente dalla scorsa estate, nella zona che va da Orsenigo a Cantù non c’è traccia di acqua - afferma Marco Jussen, per il Circolo - Il letto del torrente, e così le aree circostanti, mantengono i colori tipici dell’autunno, e ciò è particolarmente grave in una zona umida come la brughiera. La siccità che interessa i laghi e i fiumi principali sta colpendo anche i corsi d’acqua secondari, con conseguenze negative per flora e fauna. La verde Brianza sta diventando sempre meno verde. E le previsioni per l’estate non sono ottimistiche».
Stessa situazione definita come disastrosa si sta verificando al confine tra Brenna, Inverigo e Carugo, in particolare nella sorgente della Testa del Nan, situata proprio nella zona confinante tra i tre Comuni. La sorgente, dove normalmente è presente acqua, è invece completamente asciutta. E l’area si presenta come un paesaggio spettrale.
«Arriva la primavera e la natura si sta risvegliando dopo un inverno tutt’altro che rigido. Quello che dobbiamo rilevare è che la siccità colpisce sempre più duro - dice in questo caso Antonio Bertelè, sempre per il Circolo - Ne è un esempio drammatico la situazione alla Testa del Nan. Al posto dell’acqua risorgiva, si vede il fondo del fontanile con le erbe e piante palustri, ormai del colore del fieno secco. Di acqua nemmeno l’ombra».
L’altro fronte
«Con la Testa del Nan - aggiunge - iniziava la roggia Borromea, che portava l’acqua fino a Cesano Maderno attraverso una canalizzazione che riveste importanza anche dal punto di vista archeologico. Con la siccità che dura ormai da un anno e mezzo, cosa dobbiamo aspettarci ancora?». Proprio dalla Testa arrivava l’acqua per alimentare i giochi del giardino del secentesco Palazzo Arese Borromeo, ed irrigare alcuni prati cesanesi: quasi completamente distrutta dallo sviluppo edilizio che ha stravolto la bassa Brianza nel secondo dopoguerra, oggi della roggia Borromeo rimane solamente la parte inziale in Valsorda, sotto la tutela Riserva Regionale della Fontana del Guercio. Un luogo suggestivo e prezioso, sotto il profilo naturalistico e ambientale. Dove ora manca l’acqua. Si comprende l’allarme per le conseguenze che corre il Canturino a causa della siccità. A partire proprio dalla condizione dei torrenti e delle sorgenti. All’asciutto da troppi mesi.
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