Maltrattamenti alla compagna disabile: arrestato di notte dai carabinieri
Erbese Svolta nell’inchiesta iniziata ad agosto dopo la segnalazione del fratello della vittima. La donna non ha mai presentato denuncia L’uomo di 53 anni portato in carcere al Bassone
I carabinieri della Compagnia di Como hanno suonato al campanello di casa in piena notte.
In mano, avevano una ordinanza di misura cautelare in carcere da consegnare ad un uomo di 53 anni, nato ad Erba, che è stato iscritto sul registro degli indaganti del pubblico ministero Alessandra Bellù e che ora è chiamato a rispondere all’ipotesi di reato di maltrattamenti in famiglia in danno della compagna convivente disabile.
È una brutta storia quella su cui hanno indagato i militari dell’Arma, mossi da una segnalazione che era stata girata la scorsa estate – era il 17 di agosto – dal fratello della vittima che non vive nella nostra provincia ma che era arrivato nell’Erbese per stare un po’ con la sorella.
Una testimonianza decisiva per comprendere quel che accadeva nel silenzio più assoluto in quella abitazione.
La segnalazione
Nel breve spazio di quelle ore in famiglia, tuttavia, il compagno convivente della donna l’aveva malmenata, prendendola anche per il collo, solo perché la signora – che ha grossi problemi di deambulazione – aveva provato a contraddirlo.
Il fratello, turbato da quella scena vista con i propri occhi, aveva così raccontato l’accaduto ai carabinieri che avevano iniziato ad in indagare su quello che avveniva tra quelle mura. Un lavoro che è finito nelle pagine della misura cautelare in carcere che è stata chiesta dal pm ed è stata concessa dal giudice delle indagini preliminari di Como Walter Lietti.
L’uomo è stato dunque prelevato dalla casa e portato al Bassone in attesa dell’interrogatorio che si terrà nelle prossime ore.
Di fronte al gip firmatario dell’ordinanza, potrà anche raccontare – se lo vorrà – la propria versione di quello di cui è stato accusato.
Nessun referto
La compagna mai si era fatta refertare e non aveva la minima intenzione di denunciare l’uomo.
«Preferisco subire», avrebbe detto a chi glielo chiedeva, spaventata forse anche da quello che avrebbe riservato per lei il futuro senza la compagnia di quell’uomo che tuttavia, per l’accusa, la maltrattava.
Violenze che sarebbero state confermate anche dall’assistente sociale che seguiva la signora e la famiglia dell’Erbese.
La coppia si era conosciuta sui social cinque anni fa, ma i maltrattamenti sarebbero iniziati negli ultimi tre anni, peggiorando decisamente negli ultimi due.
Fin quanto il fratello se n’era accorto e i carabinieri, approfittando dell’assenza del compagno per lavoro, si erano presentati a casa della vittima per cercare di raccogliere elementi che sono poi stati importanti per chiudere il cerchio e permettere alla Procura di chiedere la misura cautelare (concessa) in carcere.
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