«Pietro Castagna calunniato, adesso basta». I Frigerio? «La verità c’è già stata»

Le parti civili Gli avvocati De Rinaldis e Massimo Campa hanno usato parole dure contro l’istanza della difesa

Le parole dell’avvocato Massimo Campa, difensore della famiglia Castagna.

Le offese

Noi siamo i Castagna. Noi siamo la famiglia Castagna. Noi siamo Pietro, Beppe. Siamo Carlo, Raffaella. Siamo Paola e Youssef. Ci sono persone che hanno ritenuto di accusare Pietro Castagna di aver ucciso sua madre, sua sorella e suo nipote e i vicini di casa. Per una questione ereditaria. Si vergognino! E chiedano scusa a Pietro Castagna: calunniato, diffamato. Hanno preso il suo dolore e lo hanno usato a fini pubblicitari e televisivi. Almeno oggi si dica fine a questa vergogna.

Commedia dell’arte

Noi siamo convinti della colpevolezza di Olindo Romano e Rosa Bazzi, al di là delle statue che si permettono di mettere in piazza Mercato a Erba. Non c’è davvero niente di nuovo (nell’istanza della difesa ndr). È commedia dell’arte.

Nessuna ritrattazione

Il 24 gennaio Olindo Romano dice: non mi pento del fatto. Nel video di Picozzi non compare nessun pentimento. “È come ammazzare un coniglio”: questi hanno ucciso quattro persone! Ma le ritrattazioni dove sono? Questi signori si giocavano la vita, rischiavano l’ergastolo, sono in carcere. Arrivano in aula, hanno davanti i pubblici ministeri quelli che li avrebbero ingannati promettendo loro una cella matrimoniale, che è l’ennesima invenzione televisiva perché si crede più a questo che agli atti processuali che nessuno legge ma si erge a giudice, quando gli ultimi giudici siete voi. Ma dov’è la ritrattazione? Io sono in aula, decido di ritrattare, aggredisco la Procura. Urlo la mia innocenza. La ritrattazione dell’uomo ingannato? “Volevo dire semplicemente tre cose: primo sono innocente, secondo che i miei avvocati possano finire eventuali accertamenti, terzo sono preoccupato per mia moglie”. Cioè questo è l’urlo di innocenza?.

La famiglia Frigerio

L’intervento in aula di Adamo De Rinaldis, l’avvocato di Elena e di Andrea Frigerio, figli di Mario e di Valeria Cherubini.

Conclusioni false

I consulenti sostengono persino che il Frigerio avessero considerato l’aggressore come “un soggetto sconosciuto da ricercare tra le frequentazioni tunisine”, quando invece è palese che le domande poste dal pubblico ministero in tale circostanza spaziavano ad ogni ipotesi investigativa, mentre mai il Frigerio ha espresso tale conclusione nel corso dell’audizione.

La verità c’è già stata

Noi siamo i difensori delle parti civili, ovvero delle parti che hanno subito la sofferenza. Quindi vi cito un libro che ho letto recentemente e che recita: “Cosa vogliono le vittime, che sono le persone ingiuriate dal crimine, quelle che hanno perso i propri cari o la dignità? La punizione dei colpevoli? Certo, anche. Ma soprattutto ciò che le vittime vogliono davvero è la verità. I signori Frigerio, Elena e Andrea, la verità l’hanno già avuta in tre gradi di giudizio. Vogliono che i loro cari ora possano riposare in pace, con il rispetto che meritano, e che loro possano placare il proprio dolore».

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