Revisione sulla strage? La reazione della città: «Basta, rispetto per i Castagna»

Erba Diverse personalità e politici giudicano in modo negativo l’ipotesi di riapertura del processo

C’è stupore, certo, ma il pensiero degli erbesi corre prima di tutto ai fratelli Beppe e Pietro Castagna, chiamati ancora una volta a rivivere la tragedia che ha investito la loro famiglia.

Il sindaco Mauro Caprani non entra nel merito degli sviluppi giudiziari. «La giustizia seguirà il suo corso - commenta - ma certo per la città è una ferita che si riapre ancora una volta, quel che è accaduto nel dicembre 2006 resta scolpito nella memoria di tutti. Un pensiero va alla famiglia Castagna, colpita da quell’atto criminale».

La strage è avvenuta l’11 dicembre 2006. All’epoca il sindaco era Enrico Ghioni: «Ho vissuto quei giorni - ricorda - e non ho mai avuto dubbi sulla colpevolezza dei due. Queste notizie mi provocano disagio, si sta pensando di rimettere in discussione tutto: mi auguro non sia un’occasione per fare uno spettacolo non dovuto. Che si siano fatti convincere a confessare, per poi prendere comunque l’ergastolo, mi pare davvero allucinante».

Michele Riva, commerciante, è grande amico di Pietro e Beppe. «C’è un disconoscimento del dolore nei confronti dei fratelli Castagna, persone che hanno perso in una sera alcuni degli affetti più cari. Oggi sento solo di mandare un forte abbraccio ad amici cari che meritano soltanto un po’ di serenità. Cosa sia successo quella sera mi sembra così evidente che non riesco a contemplare di rimettere tutto in discussione».

Nel 2018, il sindaco Veronica Airoldi conferì l’Eufemino alla memoria (la massima benemerenza cittadina) a Carlo Castagna, il papà di Beppe e Pietro. «Non sono un giudice - dice Airoldi - ma dopo tutti questi gradi di giudizio, tutte quelle udienze e quelle confessioni mi sembra eccessivo pensare a una revisione». Quel che preme ad Airoldi è esprimere solidarietà a Pietro e Beppe: «Li conosco, conoscevo il loro papà e la loro mamma. Hanno il diritto di essere lasciati in pace, in questi anni pochi si sono messi nei panni di chi ha perso una madre, una sorella, un nipotino».

L’avvocato Claudio Ghislanzoni è stato il legale di Raffaella Castagna poco prima della strage. «Di certo - commenta - per la città è una ferita aperta che speriamo in questo modo possa trovare, qualunque possa essere l’esito, la sua definitiva soluzione ponendo fine a sospetti ed insinuazioni che si sono susseguite negli ultimi anni, arrecando ulteriore dolore ai membri di una famiglia già terribilmente colpita dalla strage».

La speranza di Ghislanzoni è che sia ancora una volta la giustizia, nelle sedi opportune, a mettere la parola fine a una vicenda che va avanti da 17 anni. Ad oggi, ricorda l’avvocato, «nulla è stato ancora deciso in merito alla correttezza della sentenza che i condannati stanno scontando, se non che le ragioni addotte dal procuratore generale e dai condannati meritano di essere esaminate nell’ambito del procedimento di revisione che si aprirà a Brescia il prossimo primo marzo».

Luisella Ciceri, consigliera comunale, è titolare di un’edicola posta nel cuore della città e conosce personalmente tutti i protagonisti della vicenda. Nessuno più di lei ha il polso degli umori della popolazione: «Erba è stanca - spiega - e lo sono anch’io, dopo tutto questo tempo. I cittadini erbesi che hanno seguito la storia fin dall’inizio sono restii a parlarne, i commenti (che si tratti di innocentisti o colpevolisti) arrivano per lo più da chi è estraneo alla città».

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