Spari alla festa dell’Indipendenza negli Usa: «Io c’ero, ho rischiato di morire»

La testimonianza Un uomo di Montorfano con la figlia di 16 anni si trovava a Philadelphia. «Guardavamo i fuochi, poi il panico. Abbiamo rischiato di essere travolti dalla gente in fuga»

La violenza delle sparatorie durante la Festa dell’Indipendenza del 4 luglio, negli Stati Uniti, vissuta in presa diretta anche da un cittadino di Montorfano e dalla sua famiglia. Arnaldo Tiranti, 44 anni, residente in paese, si trovava a Philadelphia proprio nel giorno in cui gli Stati Uniti celebrano la loro nascita: il 4 luglio 1776 le tredici colonie americane si staccarono infatti dalla madrepatria britannica, fondando di fatto gli Usa. Quella che per gli americani è una delle feste più importanti, si è trasformata ancora una volta in un bagno di sangue e violenza.

In questa giornata simbolica per gli americani, due sono state le sparatorie: il bilancio peggiore a Chicago, con sei vittime e numerosi feriti. A Philadelphia una sparatoria ha preso di mira invece due poliziotti, per fortuna solo feriti, che presidiavano una delle tante parate che il 4 luglio animano le città e i borghi americani. Tiranti, proveniente da New York in macchina, si trovava nella città più grande della Pennsylvania: «Siamo arrivati e la sera, come migliaia di altre persone, abbiamo assistito alla festa e alla parata, che sono terminate, come avviene in tutte le città americane, con uno spettacolo pirotecnico – racconta – I fuochi artificiali erano iniziati da circa dieci minuti, quando all’improvviso si sono sentiti degli spari ed è scoppiato ovunque il panico. Anche io non sapevo proprio cosa fare».

Tiranti e la figlia Vera di 16 anni, hanno rischiato di essere travolti dall’enorme massa di gente che correva lontano dal luogo degli spari. «Abbiamo avuto i primi trenta secondi choc e panico totali – prosegue nel racconto – Ci siamo messi anche noi a correre per evitare di essere travolti dalla marea umana che scappava: ho visto gente spaventata e terrorizzata, bambini che nel fuggifuggi generale hanno perso il contatto coi propri genitori. Scene di autentico terrore: mia figlia addirittura si è messa a correre a zigzag per schivare, come mi ha detto dopo, eventuali proiettili. Un episodio che ora ci fa sorridere, ma in quei momenti eravamo davvero spaventatissimi».

Tiranti racconta delle persone in fuga, mentre altri poliziotti correvano in direzione opposta per portarsi sul luogo della sparatoria e del ferimento dei colleghi. «Scene a dir poco surreali: tutto questo accadeva mentre i fuochi d’artificio, programmati, continuavano a esplodere e a dare spettacolo – racconta – Una cosa che mai avrei pensato di trovarmi a vivere in prima persona».

La sparatoria è avvenuta vicino al Philadelphia Museum of Art, mentre la folla si radunava per i fuochi artificiali, dopo un concerto nel parco lungo Benjamin Franklin Parkway. Un agente è rimasto ferito di striscio alla testa. L’altro è stato colpito a una spalla. Entrambi sono in condizioni stabili. Sparatorie, quelle del 4 luglio, che arrivano una settimana dopo che il Congresso degli Stati Uniti ha approvato una legge bipartisan sul controllo delle armi. Ma purtroppo ancora non basta. Il montorfanese Tiranti per fortuna, a parte lo choc e la paura, non ha subito conseguenze: «La verità è che questo è un paese armato e quindi, come abbiamo visto, purtroppo la violenza si scatena – chiosa Tiranti – Non so davvero cosa pensare: mai avrei pensato di trovarmi a dover scappare da una sparatoria».

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