Violenze sessuali su una ventenne. Condannato a sette anni

Anzano del Parco A processo un uomo di Mariano Comense: contestati tre episodi. I due si conoscevano per via dell’attività lavorativa

Sette anni di condanna. E’ la pena inflitta ieri mattina in Tribunale a Como al termine del processo su una vicenda di violenza sessuale avvenuta in un contesto lavorativo ad Anzano del Parco. Vittima delle violenze era una ragazza ventenne che, secondo le accuse, era stata attirata con uno stratagemma in uno sgabuzzino da un uomo ben più anziano - 67 anni - con il quale era in contatto per questioni di lavoro. Episodio non isolato, tanto che gli abusi si sarebbero ripetuti almeno altre due volte.

La condanna, che è ovviamente di primo grado e potrà dunque essere impugnata, è stata inflitta a Vito Antonio Salesiano, 67 anni, di Mariano Comense. L’imputato dovrà inoltre risarcire la vittima con una provvisionale da 25 mila euro, in attesa di definire l’esatto ammontare del risarcimento in sede civile.

La vicenda era emersa quando la ragazza, rincasando dal lavoro, una sera era scappata in camera a piangere, confidandosi poi con i familiari. Anche le colleghe, che sapevano della fragilità della ragazza, avevano percepito la stessa cosa, parlando con la lei. Un racconto torbido, ripetuto anche davanti ai carabinieri, diventato una denuncia querela e infine sfociato in una ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari, con l’ipotesi di reato di violenza sessuale.

Le violenze, secondo la della procura, sarebbero state commesse in tre occasioni, il 19 e il 23 aprile, ma anche il 3 maggio. La vittima e Salesiano si conoscevano per questioni legate all’attività lavorativa di entrambi. Per questo motivo, quando la prima volta lui l’aveva contattata al telefono, chiedendole di raggiungerlo in un’area di parcheggio coperta e appartata, la ragazza non aveva pensato a nulla di male, ma solo che avesse bisogno di qualcosa. Almeno fino a quando non si era ritrovata chiusa in uno sgabuzzino, con la via di fuga impedita, e costretta a subire un atto sessuale. Abusi che poi si erano ripetuti altre due volte.

Questa almeno la versione che la pubblica accusa ha portato in aula, trovando l’accoglimento del Collegio che ha scelto di condannare l’imputato ad una pena quantificata in sette anni. Ora si attendono le motivazioni e poi, eventualmente, la volontà dell’imputato di difendersi in Appello cercando di smontare il castello accusatorio che ieri ha retto.

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