Como, case vacanza abusive: scatta la chiusura

L’indagine Appartamenti vista lago proposti online: nessuna autorizzazione, la polizia locale dispone lo stop. Sanzione di quattromila euro a testa per i proprietari, non versavano la Tari e nemmeno la tassa di soggiorno

Possiamo anche chiamarli effetti collaterali del turismo di massa che sta travolgendo Como in questi anni. Un fenomeno che non porta solo soldi, strade affollate di visitatori, esplosioni di offerte ricettive di ogni tipo, ma anche – inevitabilmente – qualche immancabile soggetto che questa ondata di denaro vuole intercettarla senza stare alle regole, mettendosi in una posizione di privilegio rispetto alla concorrenza. Li chiamiamo, sfruttando una parola assai inflazionata, i “furbetti delle case vacanza”, quelli che mettono a disposizione dei turisti un posto dove stare, reclamizzandolo sui social e sulle piattaforme apposite, senza tuttavia averne i requisiti, senza pagare le tasse di soggiorno sulle presenze, oppure quelle sui rifiuti. Case ombra in somma, all’apparenza deserte, che in realtà ospitano un viavai di zaini e trolley.

Di “pattuglia” sul web

Ieri mattina la polizia locale cittadina, con la sua sezione amministrativa, ne ha stanate altre due completamente abusive. Si tratta di appartamenti vista lago, in zona Duomo, nel pieno della zona a traffico limitato e del centro storico di Como. Case invitanti dunque, di certo piene di richieste. Il proprietario dei due appartamenti era diverso, in entrambi i casi non era comasco, ma nella nostra città evidentemente aveva deciso di investire seppur in modo ritenuto non regolare.

Le due case vacanza abusive si trovavano all’interno di uno stesso palazzo di pregio e sono dunque state chiuse. Non sono molte le notizie che filtrano al riguardo, si sa però che le sanzioni amministrative sono state di quattromila euro a testa per i due proprietari, mentre è ancora in corso la quantificazione di quanto avrebbe dovuto – nel tempo – essere versato e che mai è entrato nelle casse del Comune.

La scoperta è stata fatta seguendo un filone di indagine che viene condotto da mesi dalla polizia locale ma anche dalla guardia di finanza e che è tutto sommato abbastanza chiaro nel suo sviluppo. Si intercettano in origine le offerte di case vacanza sul territorio, “pattugliando” siti Internet e applicazioni di settore. Poi, quelle stesse strutture ricettive, con controlli incrociati sulle tasse di soggiorno oppure sui rifiuti, vengono verificate anche nelle carte a disposizione di Palazzo Cernezzi. Il gioco a quel punto è fatto: vengono evidenziate le posizioni sospette e partono i controlli.

Non tutti vanno a buon fine, possono esserci anche dei banali errori di trasmissione delle carte o cose simili, ma stando ai dati in possesso della polizia locale almeno il 50% delle verifiche in loco fatte in seguito al controllo incrociato dei dati portano allo scoprire la presenza di case vacanza abusive.

Un trend in crescita

Qualche numero: da agosto sono stati quindici i controlli in questo specifico settore, e di questi in otto casi gli agenti di polizia locale hanno verificato la presenza di strutture ricettive fantasma, che mai avevano versato un euro di tasse. Come detto, già la scorsa estate – prima di agosto – la guardia di finanza, sempre con la polizia locale, aveva compiuto una serie di verifiche nelle case vacanza e nei bed & breakfast del centro storico, per verificare la regolarità di quello che veniva proposto e il pagamento delle tasse di soggiorno. Dimostrazione di un fenomeno – quello dell’abusivismo – che cresce anno dopo anno di pari passo con il flusso turistico.

Un trend che tuttavia le forze di polizia non vogliono ignorare, proseguendo – anche a novembre – la caccia dei furbetti delle case vacanza. L’operazione di ieri mattina, da quanto si è saputo, non era comunque collegata a quella della scorsa estate.

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