«I fondi Cariplo? Li voglio per rifare i musei civici»

L’annuncio Ieri l’ufficializzazione del progetto con cui il Comune parteciperà al bando della Fondazione. Il sindaco Rapinese: «Como sia capitale culturale, la nostra è una proposta per il rilancio di tutto il territorio»

Ieri mattina il sindaco Alessandro Rapinese ha ufficializzato la proposta del Comune di Como per il bando dei cosiddetti “Interventi emblematici provinciali”: l’amministrazione concorrerà con un progetto di riqualificazione dell’intero comparto museale che insiste sull’area di piazza Medaglie d’oro.L’obiettivo, ha spiegato il sindaco, è quello di restituire non solo alla città «ma a tutto il comparto Lago di Como» quell’area urbana che abbraccia la torre di San Vitale, le mura con il loro camminamento, i giardini, i cortili, i musei, il ninfeo di Palazzo Giovio e in definitiva uno spazio sul quale negli ultimi mesi si sono spesi fiumi di inchiostro in relazione da una parte al restauro della chiesa delle Orfanelle - destinata ad accogliere le monete d’oro di via Diaz -, dall’altra allo sfratto delle associazioni combattentistiche e, soprattutto, della bocciofila.

Sindaco perché i musei e non una delle mille altre emergenze di questa città?

È una scelta politica, intrapresa fin dall’inizio del mandato. Per quest’area l’amministrazione ha stanziato subito 5 milioni di euro nel 2022, ritenendo che tra le tante priorità i musei meritassero uno spazio di riguardo; vogliamo che Como sia città di cultura, una “patente” alla quale teniamo moltissimo. Peraltro ai primi 5 milioni abbiamo aggiunto, sempre “di tasca nostra”, un ulteriore mezzo milione e un’ultima tranche da 160mila euro per consolidamenti statici, sistemi antincendio e antintrusione, a dimostrazione di quanto questo intervento ci stia a cuore.

Il video per la candidatura dei Musei civici all’Emblematico Cariplo

Con Fondazione Cariplo i rapporti non sono stati sempre sereni, e basti qui ricordare le sue dichiarazioni all’epoca della revoca del finanziamento per Villa Olmo.

Su Villa Olmo abbiamo fatto una grande rincorsa. Rispetto alle giunte che ci hanno preceduto noi non abbiamo perso un centesimo. All’epoca avevamo attivato una serie di contatti per fare chiarezza sui finanziamenti in essere, poi il giorno stesso in cui la giunta si apprestava a deliberare avevamo scoperto che i soldi non c’erano più, e non per nostra responsabilità ma perché erano decorsi i termini dal momento dell’affidamento.

Lei non gliele aveva mandate a dire.

Non gliele avevo mandate a dire ma da quel momento la collaborazione si è rivelata stretta e proficua. Avevamo ancora 770mila euro da spendere per le serre, abbiamo rifatto il progetto e la settimana scorsa lo abbiamo licenziato in giunta. Si chiama credibilità.

Il vecchio progetto non andava?

Non voglio entrare in polemica. Le dico solo che prevedeva che in caso di neve le serre fossero evacuate e puntellate... Come a dire: facciamo le nuove serre ma speriamo che non nevichi. Forse non era la strada giusta.

Cosa la rende così certo di poter sbaragliare la concorrenza aggiudicandosi il bando 2024?

Guardi, dopo la mazzata dei fondi di Villa Olmo, ci siamo detti “mai più”. E ci siamo gettati a testa bassa su questo nuovo progetto che secondo noi risponde bene a uno dei primi requisiti, vale a dire quello di essere un progetto culturale a rilevanza provinciale con una prospettiva, un orizzonte. E poi ci crediamo, come dimostrano i soldi che ci abbiamo già investito, ed è, questa volontà, un altro dei prerequisiti necessari. Perché sia chiaro che noi andremo avanti comunque, anche se - ovviamente - i 5 milioni della Fondazione e i 3 che verrebbero dalla Regione fanno una enorme differenza.

Come saranno i nuovi musei civici?

Abbiamo istituito un tavolo di collegamento tra i settori Opere pubbliche e Cultura. Abbiamo interpellato tutti i partner culturali possibili, dalla Curia alla Soprintendenza. Vogliamo davvero che sia un progetto di comunità, ed è questo un terzo requisito centrale. Cambierà tutto, vedrete: sul sistema di gestione abbiamo già investito un milione e 200mila euro. Prima il Comune non spendeva un centesimo. Al momento opportuno saprete.

Davvero possiamo scrivere che i rapporti con Fondazione sono buoni?

Ottimi, ci sentiamo spessissimo.

E il progetto di Bongiasca?

Dice bene: il progetto di Bongiasca è il progetto di Bongiasca. Il nostro è il progetto di una comunità.

E se fossero lui o altri ad aggiudicarsi il bando?

La mia opinione è che alcuni di quei progetti siano perfino irrelizzabili. Io credo che non ci siano alternative. Qui l’importante non è partecipare. Qui l’importante è soltanto vincere.
S. Fer.

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