Cantù davanti al bivio del mercato. «Il roster non si tocca». Pretattica?

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Mosse e strategie, Cantù non è ferma in vista dei playoff, che cominceranno a fine aprile, al termine della fase a orologio. La sconfitta contro Rimini ha riaperto il dibattito – un grande classico che si ripete dopo ogni ko – sulla necessità di intervenire sul mercato per rafforzare la squadra. La richiesta “popolare” è quella di un lungo, ma potrebbe non essere l’unico scenario plausibile.

L’impressione è che non debba cambiare nulla nello scacchiere del roster canturino, almeno per ora. Le esperienze passate, con l’arrivo di Vitali e Logan alle porte dei playoff, non hanno portato a nulla di concreto, se non a un’iniziale pia illusione che le cose potessero nettamente migliorare.

La nuova regola

Tra l’altro, la possibilità di rinforzarsi a immediato ridosso dei playoff, è venuta a cadere la scorsa estate: la regola è stata cancellata, il mercato chiuderà molto prima. In questo momento però, sulla carta, sarebbe possibile intervenire.

Ma il gm Sandro Santoro, anche per richiamare la squadra a un maggiore senso di responsabilità, è stato chiaro: «Il roster non si tocca. Non sarebbe corretto chiedere oggi altri giocatori a una società come Cantù, che non ha mai lesinato sforzi aggiuntivi. Dobbiamo abituarci alla sofferenza per arrivare pronti ai playoff».

Di certo, per sua stessa ammissione, Santoro un’occhiata in giro la dà sempre. Ed è chiaro che un lungo – sia esso un elemento di esperienza, sia esso un prospetto – è uno dei ruoli più attenzionati. Ma l’esigenza cozza con il termine del mercato (il 5 aprile), troppo ravvicinata per poter pensare che una squadra di serie A sia sicuramente salva o sicuramente già qualificata ai playoff. Lo stesso dicasi per giocatori di A2, tanto più che la seconda fase determinerà un infuocato girone Salvezza, in cui serviranno tutti i giocatori migliori. E, di conseguenza, nessuna società si priverebbe a cuor leggero di una pedina importante.

Terza ipotesi

Terza ipotesi, non da scartare a priori in questo momento, è un doppio arrivo. Fermo restando l’esigenza del lungo, è possibile anche un intervento per un cambio del play. Ovviamente nessuno discute Hickey, ma resta in piedi l’ipotesi dell’arrivo di un americano già vistato in Italia (Cantù non ha visti a disposizione), oppure un play europeo.

Una soluzione precauzionale, nel caso Hickey (o Young) dovessero avere problemi nel corso dei playoff. Com’è noto, tre stranieri a referto non possono andarci, di conseguenza sarebbe una sorta di “polizza assicurativa” in caso di necessità/bisogno.

Ma è chiaro che per queste operazioni, serva un extra budget. E non affatto detto che il club sia pronto a una mossa del genere per andare a gonfiare un roster già importante di suo.

Non si può escludere quindi che, in caso di attuazione del “piano C”, lo stesso club chieda ai responsabili del mercato di sacrificare un giocatore del roster attuale.

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