Cantù forever Young. Soffia il vento Usa e arriva la reazione

Basket A2 Grande partita a Torino del lungo americano unita all’ottima chimica di squadra con efficace difesa. Fanno effetto i 18 minuti di Moraschini e i 16 di Nikolic

Una scrollata con le mani alle spalline, così come esultano quelli che lo fanno diverso. E via tutto, polvere e scorie. Basta musi lunghi, niente messaggi più o meno subliminali e gente che si impermalosisce (se danno fastidio le critiche, meglio pensare ad altri svaghi domenicali). Il successo dell’Acqua S. Bernardo Cinelandia a Torino ha riportato il sorriso. Perché colto - e il fatto non è da trascurare - contro una pari classifica che punta alla final four di Coppa Italia e vale il secondo posto in classifica.

Al completo

La prima settimana al completo - utile alla ricerca del vissuto di squadra che si evoca dal giorno zero - ha portato i risultati sperati: un’ottima chimica di squadra, un’applicazione maggiore in difesa (specie se teniamo conto dal secondo quarto in avanti), situazioni e soluzioni nuove, oltreché in evoluzione.

È stata la grande serata di Solomon Young che - dopo un inizio di gara inquietante - ha dimostrato il perché sia stato ingaggiato. E soprattutto quanto non sia da meno dell’altro americano, Anthony Hickey, che prima si è messo a disposizione, palleggiando e innescando gli altri, e poi ha deciso di fare in proprio a gara ormai chiusa, arricchendo anche il personalissimo tabellino.

Molto bene capitan Filippo Baldi Rossi, ormai completamente ristabilito dall’infortunio, e solita gara di sostanza (in attacco e in difesa) di Lorenzo Bucarelli, colui che ha tenuto in piedi la baracca nei momenti più sensibili del primo quarto. Giù il cappello a Christian Burns che, pur pasticciando, ha dato quel che poteva, nelle sue condizioni di scavigliato, e che resta uno dei pochi veri normalizzatore della difesa: è il canturino più “centro” di tutti e quindi a tratti indispensabile.

Nicola Berdini ancora una volta ha giocato - e bene - con e senza Hickey, Stefan Nikolic presente anche se con qualche passaggio a vuoto, che lo ha costretto a tanta panchina (16 minuti in campo), e Riccardo Moraschini incredibilmente utilizzato solo 18 minuti, con Luca Cesana mai chiamato in causa. Coach Devis Cagnardi ha inaugurato una nuova tecnica di gestione: con undici giocatori a disposizione, rotazioni accelerate e niente sconti. Sbagli e reiteri? Allora ti siedi. Adesso l’organico lo permette.

E Torino, ambiziosissima e arrivata non al meglio, ha sbattuto contro il muro di una corazzata che adesso ha necessariamente bisogno di un po’ di continuità per farsi trovare pronta agli appuntamenti che contano, cominciando da fase a orologio - dopo gli ultimi quattro turni - e final four di Coppa Italia, più vicina, tuttavia ancora da centrare.

Cosa non è andato

Siccome Cantù riesce, anche nei momenti di gaudio, a non farsi mancare niente, ecco un altro paio di situazioni che andranno analizzate, limate e corrette. Il riferimento, nemmeno troppo nascosto, è alla gestione degli ultimi tre minuti di gara. Vero è che San Bernardo Cinelandia aveva un vantaggio rassicurante, ma mollare con la testa e abbassare la soglia di attenzione non sono stati certo un bel segnale, così come fare rientrare un’avversaria che, per prima, pareva rassegnata.

Stonano poi, non è una novità e quindi a rischio pericolo, volti scuri e linguaggi del corpo poco consoni alla situazione in certi frangent. Ricadere negli errori del passato, vorrebbe dire rovinare il buon momento e minare la serenità. Meglio starne alla larga.

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