«Lo dichiaro adesso: Cantù va in serie A (e sarà quest’anno)»

Sandro Santoro, il gm di Acqua S. Bernardo Cinelandia: «Dichiarazione carica di troppe responsabilità? E cos’è una vita senza?»

Ha tirato il 24 mattina, lassù in mansarda, dove va a rifugiarsi quando nessuno deve rivolgergli la parola, a rivedere la partita, persa di quattro punti, dall’Acqua S. Bernardo Cinelandia contro la capolista Trapani.

Poi, al momento di spegnere le luci visto che ormai fuori era chiaro, gli si è accesa la... lampadina. Perché Sandro Santoro, general manager di Pallacanestro Cantù Cantù, è fatto così. Prendere o lasciare. E noi, anche stavolta, l’abbiamo preso.

Quale commento dopo la gara contro Trapani?

È stata una partita durissima, che lasciato sensazioni variegate. Questo non vuol dire che siano state solo negative.

Quali quelle negative e quali quelle positive?

Positivo che abbiamo lottato contro la squadra certamente più forte fino ad oggi senza mollare anche nei momenti di difficoltà molteplici. Ci siamo presentati con le nostre solite difficoltà: Bucarelli con una caviglia in disordine e, per non farci mancare nulla, abbiamo perso Burns più o meno subito, ma senza mai abbassare la guardia. Non abbiamo mai mollato e, anche quando sembrava che Trapani stesse provando a chiudere la partita, siamo sempre rientrati nonostante le difficoltà oggettive. Negative sono state le percentuali al tiro e qualche disattenzione di troppo nei momenti cruciali, soprattutto sul 60-59, quando abbiamo subito le 2 triple di Imbrò a cui va riconosciuta l’abilità di un giocatore di grande talento offensivo.

Cosa non ha funzionato in quelle due occasioni?

Abbiamo tentennato difensivamente dopo che eravamo stati bravi a limitare Notae per tutto il secondo tempo. Quando produci il 20% da 3 punti con 7 su 35, i dettagli contano molto di più, pertanto, c’è da lavorare e non poco. Nei dettagli ci inserirei un fallo inesistente su Rodriguez, con conseguenti tre tiri liberi realizzati, a fine primo tempo, e un canestro di Renzi a 24 secondi scaduti. Cinque punti in una gara persa di 4 mi sembrano importanti ma questo non toglie nulla ai meriti di Trapani che, ad eccezione di un unico momento, è stata sempre in vantaggio.

Qualche problema a rimbalzo continua ad esserci...

Ci sono più rimbalzi disponibili quando le percentuali al tiro sono negative. Abbiamo migliorato questo dato statistico durante la gara, ma perché anche Trapani ha sporcato le proprie percentuali nel secondo tempo e per merito della nostra difesa. La conferma è il dato finale di 41 a 43 per loro che mi sembra evidente.

Quanto ha inciso l’ansia o la frenesia in determinati momenti della rincorsa?

Moltissimo, ed è una cosa che non possiamo permetterci. Forse più di qualcuno può confondere la preoccupazione con altro ma non è così. Se alcune cose non funzionano non bisogna perdere la testa, ma restare sempre sul pezzo con un linguaggio del corpo che deve essere migliore di quello che in alcuni momenti è apparso. Ciò che non tollero, e in nostri ragazzi lo sanno molto bene, è anteporre atteggiamenti negativi a dispetto di quello che serve alla squadra. In questo dobbiamo dare sempre qualcosa di più, non deve bastare mai.

Quali le reazioni dopo una sconfitta come questa?

Bisogna avere sempre molto rispetto delle opinioni di chiunque, ma questa è una di quelle occasioni in cui si potrebbe vedere il bicchiere mezzo pieno. Ci possono essere elementi positivi che scaturiscono anche da una sconfitta come questa contro la capolista.

Quali?

Se consideriamo che da inizio stagione siamo stati al completo in poche occasioni, ma mai al top della condizione per le assenze prolungate, se siamo costretti a presentarci al match clou del girone di ritorno con Bucarelli su una gamba e perdiamo Burns più o meno subito e teniamo testa a una squadra solida come Trapani, sono convinto che abbiamo tutti i mezzi per poter arrivare fino in fondo. Su questo deve esserci equilibrio a tutti i livelli, dentro e fuori, perché è proprio questo equilibrio che determinerà ciò che accadrà e sarà così.

Cosa può accadere?

Segniamoci questa data, 26 dicembre 2023. Cantù andrà in serie A e lo farà in questa stagione. Chiunque abbia dubbi sarà piacevolmente smentito. Questo non significherà fare un sol boccone dei nostri avversari. Significherà avere difficoltà, significherà perdere delle partite, ma tutto il resto non cambierà perché ho fiducia nei nostri ragazzi, nello staff tecnico e in tutti coloro che sono dietro le quinte. Quindi, nessuno corra il rischio di perdersi un posto in prima fila.

Questa non è una dichiarazione carica di molte responsabilità?

E cos’è una vita senza responsabilità? Una monotonia inusuale per questo tipo di mestiere. Abbiamo tutti i mezzi per poterlo fare e con le responsabilità bisogna convivere, vale per lo sport come nella vita. Ci sono, intanto, da vincere le prossime due partite. Una per volta e poi penseremo alle altre.

E se non dovesse accadere?

Anche in questo dobbiamo consapevolmente pensare che, se non accadrà, andremo dignitosamente tutti a casa. Più ne siamo convinti e ancor di più lotteremo per farlo accadere. Non ci sarà un’altra chance e ci sarà da tirar fuori dalla biancheria intima gli attributi, lasciando agli altri la convinzione di essere i migliori, tenendo per noi la certezza che nella vita si deve sempre migliorare.

Dopo questa dichiarazione forte, da dove si ricomincia?

Ci sono, intanto, da vincere le prossime due partite. Una per volta e poi penseremo alle altre. Una tra le più grandi gioie della vita è la convinzione di essere amati e questa società, questa squadra lo sono. Quindi, avanti tutta Cantù.

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