Barone: «È un Como letale, non sbaglia un colpo. Così arriva ovunque»

Intervista con il telecronista di Sky per la serie B. «Di questa squadra colpisce la mentalità e la sicurezza nei suoi mezzi»

Daniele Barone è uno dei volti più noti di Sky, al seguito della serie B. Divide lo studio con Marco Demicheli e racconta ogni settimana le partite del campionato cadetto. La settimana scorsa era presente a Como per la “consegna” del parchetto donato alla città dallo sponsor del torneo, la BKT. L’occasione per respirare l’aria di una città che ormai sogna apertamente la A.

Che idea si è fatto del Como?

Lo dicono chiaramente i numeri, e lo dice la classifica. Una delle grandi protagoniste del campionato, in corsa per la serie A.

Quando vi siete accorti che il Como avrebbe potuto correre per la promozione?

Dopo il mercato di gennaio. Con le operazioni di Goldaniga e Strefezza, la società ha chiaramente detto quali fossero le sue intenzioni. Da lì in poi ci siamo aspettati una accelerata, che poi è arrivata. Anche se...

Anche se?

Anche se non si è trattato di una accelerata, per così dire, normale. Cinque vittorie consecutive, sette vittorie nelle ultime otto... Sono numeri che dicono una cosa: il Como ha grande convinzione nei suoi mezzi, non sbaglia un colpo. Impressionante.

La classifica dice: +3 sul Venezia, ma anche -3 dal Parma capolista. Lei guarderebbe davanti o indietro?

Il Como è la squadra più in forma del campionato. Il Parma invece dà l’impressione di aver fatto una piccola frenata. Dunque mai dire mai. Ma in tutti i sensi, però..

Cosa intende?

Che se mi chiedete se per il Como sia fatta, consiglierei prudenza, perché la serie B è una brutta bestia e non si può mai sapere. Mi ricordo il Monza di due anni fa che perse la promozione diretta proprio all’ultimo, con la sconfitta di Perugia, anche se poi la conquistò ai playoff. In serie B non è mai fatta sinché non è fatta.

Però...

Però se il Como continua con questo passo...

Cosa l’ha colpita del Como? Che squadra le sembra?

Il Como è letale. È affidabile. È sicuro di se stesso. Non è una squadra, ad esempio, che potrebbe essere esposta al museo del bel gioco, nel senso che non è esteticamente spettacolare, come può esserlo il Catanzaro. Ma è micidiale. Molto pragmatica, sa andare in gol con tre passaggi, un calcio molto pratico.

Cosa pensa di Fabregas?

Al di là del ruolo specifico, che adesso recita “vice di Roberts”, è indubbio che abbia portato qualcosa a livello di mentalità. L’esonero di Longo aveva lasciato per strada qualche perplessità, ma la scelta si è rivelata azzeccata perché il Como ha cambiato marcia. Credo che avere un personaggio come Fabregas in spogliatoio, al di là del ruolo, possa essere uno stimolo ulteriore nel gruppo. Questo Como è figlio anche della sua mentalità.

Il Como si è preso dei rischi: a mettere in panchina un tecnico che non aveva mai allenato, a prendere Roberts che non aveva mai visto il campionato italiano, a togliere una parte della spina dorsale del vecchio gruppo, a mettere in campo un atteggiamento molto aggressivo. Eppure...

Spesso sono retaggi e preoccupazioni tipici del calcio italiano. Il Como, con questo impianto e con le sue scelte, ha fatto un salto nel calcio del futuro, verso il quale sta andando anche il movimento italiano. Il cosiddetto calcio all’italiana non c’è più, la Cremonese di Pecchia due anni fa ha vinto con un calcio offensivo, e anche l’Inter neo scudettata è una squadra propositiva.

Ci fa il suo podio, nell’organico del Como?

Beh, Cutrone al primo posto perché avere un bomber è fondamentale. Strefezza è uno che ha sempre il colpo in tasca. Sul podio ci metterei anche Bellemo, perché è un leader di sostanza, affidabile. E poi, se si stringono un po’, su quel podio metterei anche Goldaniga e Semper che danno stabilità in difesa.

E della società, che si dice dal vostro punto di osservazione?

All’inizio pareva che fosse come in galleggiamento, che stesse decidendo come sviluppare questo progetto. A un certo punto hanno accelerato, e i risultati si sono visti. Se continueranno a fare bene, come hanno mostrato di fare, il Como potrebbe essere una nuova realtà importante del nostro calcio.

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