Como, non solo jella. Addio A diretta?

L’arbitro ci ha messo del suo a Cremona, ma gli azzurri non sono ancora al livello delle big del torneo. Mancano alternative nel reparto punte, e l’assenza di Cutrone (dov’è sparito sabato?) è molto pesante

Se questo doveva essere il momento decisivo della stagione, se questo ciclo appena concluso di scontri diretti doveva definire meglio il possibile esito della corsa alla promozione senza playoff, la risposta purtroppo è stata chiara. Il Como in questo momento deve concentrarsi sulla corsa al terzo posto.

Al di là delle analisi delle singole partite, importante ma meno determinante dei punti in classifica, il verdetto è stato chiaro. Prima di queste cinque gare il Como era secondo a pari punti con la Cremonese e a sei punti dalla capolista Parma. Oggi il Parma ha dieci punti in più, e la Cremonese quattro. E in questo ciclo c’è anche stata la vittoria oggettivamente non difficile contro il Lecco ultimo in classifica. Ma negli scontri diretti veri e propri il Como ha vinto solo una volta, pareggiato una e ha perso due volte. Questo dicono i numeri.

Che dicono anche, è vero, che la promozione diretta, quantomeno il secondo posto, con nove giornate ancora da giocare è ancora un obiettivo raggiungibile. Ma il colpo d’ala che ci si poteva attendere non è arrivato. Ora bisogna correre, e parecchio, senza più avere la possibilità di giocarsi direttamente i faccia a faccia determinanti. Anzi, forse uno sì, ma solo per la miglior posizione nei playoff. Cioè la prossima trasferta a inizio aprile, la partita di Catanzaro, visto che i calabresi sono a quattro punti e che potrebbero ancora diventare pericolosi e magari anche determinanti nella corsa promozione, visto che dopo il Como dovranno anche ospitare sul loro campo la Cremonese e il Venezia. Mentre la Cremonese deve ancora giocare a Venezia e alla penultima a Parma.

Non si può pensare però che vincendo un solo scontro diretto in tutta la stagione contro chi è davvero in corsa per i primi due posti, e perdendone quattro – due con la Cremonese, uno con il Parma e uno con il Venezia – la classifica possa magicamente cambiare. Potrebbe capitare, ma resta un potrebbe. E questo indipendentemente da come siano andate le partite.

Che poi, guarda caso, a parte Lecco, l’unico successo di quest’ultimo periodo sia arrivato nella sola gara in cui c’è stato in campo Cutrone è una considerazione che merita una sottolineatura. Il Como non è mai stato travolto completamente da nessun suo avversario: a Palermo sì nel risultato, ma non nel gioco, perlomeno fino a un certo punto. La difesa tutto sommato ha retto bene contro i reparti offensivi più forti, quelli del Venezia e del Parma, ma se vogliamo anche contro la Cremonese. E’ invece più difficile riuscire a concretizzare le fasi positive di gioco: Gabrielloni non segna da quasi due mesi, le reti sono arrivate grazie a qualche invenzione individuale di Strefezza e Verdi, persino a Lecco non hanno segnato gli attaccanti ma un difensore e due centrocampisti. Un caso più unico che raro in una squadra che lotta per la serie A. E che a gennaio ha rinforzato, sulla carta, soprattutto il reparto offensivo, ma che di fatto non ha trovato una vera alternativa all’attaccante più forte.

Intanto, sperando che il problema di Cutrone sia stato solo incidentale e che sabato con il Pisa, possa tornare in campo, sabato mancheranno Strefezza e Abildgaard. E a tal proposito, da sottolineare l’ingresso positivo a Cremona del giovane Braunoder, che può essere utilissimo in questo momento. Ma le grandi occasioni, intanto, sono passate.

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