Mago Strefezza, ma a chi assomigli?

Calcio. Tra i tifosi del Como ormai non si parla che di lui, tra paragoni sostenibili e altri decisamente bizzarri

Tutti parlano di lui. In dieci giorni Gabriel Strefezza si è preso il Como. E il cuore dei tifosi. Un impatto devastante. Giocate, numeri, tocchi deliziosi. E due gol decisivi. Così in città i tifosi si salutano nominando il brasiliano come fosse una parola d’ordine prima di avviare ogni discorso. Ma sono tanti gli argomenti riferiti a Gabriel che riempiono la bocca degli appassionati. Li riassumiamo qui.

Posizione

Le caratteristiche. Strefezza a Terni e con il Brescia ha segnato più o meno dalla stessa mattonella, sezione laterale destra del’area. Rispetto agli esterni più specifici, lui ha anche caratteristiche da seconda punta. E per questo è anche un finalizzatore. Garantisce un buon numero di gol e lo si è visto nelle due occasioni in cui è andato a segno: non si fa certo pregare a battere verso la porta. Poi c’è la posizione: naturalmente è più un esterno da 4-3-3 che non un esterno da 4-2-3-1. Ma poi sa accentrarsi, puntare la porta. Un’altra caratteristica è quella di essere sempre libero al momento di ricevere il pallone. Sa nascondersi tra le linee, e sa liberarsi del controllo degli avversari garantendosi quei metri di libertà fondamentali. Perché se gli lasci un metro, sei finito. Per tutti gli osservatori esterni, è un giocatore da serie A, che c’entra poco con la B e che può indubbiamente fare la differenza.

Muscoli

Chi l’ha visto da vicino, o chi ha visto alcune inquadrature tv, è rimasto impressionato dalle dimensioni dei suoi quadricipiti. Ha circonferenze impressionanti delle cosce, e proprio quella massa muscolare gli garantisce l’esplosività in avvio di corsa, ma anche un cuscinetto elastico fondamentale per parare i colpi degli avversari. Perché, ovvio, che i suoi controllori tendono ad andare a toccarlo duro nel momento in cui parte, inseguendolo anche sino alla trequarti difensiva della sua squadra. Un’altra caratteristica è anche quella di uscire palla al piede da situazioni intricate con piccoli spazi per muoversi. Ma riesce a uscirne con il pallone tra i piedi come per magìa.

Paragoni fuori

Poi c’è il gioco delle somiglianze tecniche. La sua corporatura è molto particolare, basso di statura, 1.69, braccia corte, baricentro basso, gambe che mulinano in velocità. L’uomo cui sembra più assomigliare è Sebastian Giovinco, dalle caratteristiche fisiche molto simili. Ma c’è chi lo paragona a Lorenzo Insigne, oppure a Dries Mertens, tutti fantasisti non alti. Qualcuno lo chiama “Diego”, perché quando vedi uno così bravo nella palla al piede, poi ti viene sempre in mente Maradona.

Paragoni dentro

Poi ci sono i paragoni con la storia del como. E qui c’è da aprire una parentesi: essendo una squadra che nei suoi anni migliori (gli anni della A) era votata al non prenderle, spesso non si poteva permettere un fantasista. Non sono molti nella storia azzurra. Bisogna fare la tara, poi, tra un campionati di serie D o C e uno di B con vista A. Insomma, paragonare Scapuzzi a Dirceu è difficile. Ma facendo la tara, ci può stare. Strefezza può assomigliare al Matteoli più offensivo visto in carriera, quando fece impallidire Maradona, prima di diventare play nell’Inter. Dirceu è un bell’esempio di fantasista (brasiliano come Strefezza) che aveva nelle gambe la magìa per incantare i cuori dei tifoso. Ma noi citiamo anche Roberto De Zerbi, che qui fece molto poco, ma che gli assomigliava fisicamente e nelle giovanili del Milan era descritto come un fenomeno.

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