Mauri: «Con Bassani al top. Con Rinaldi ancora più su»

Intervista «Devo dire che mettere in sella un pilota che scende dalla Ducati ufficiale per me è una gioia, uno stimolo e uno step ulteriore»

Guidando dall’aeroporto sino alla sede del suo Team Motocorsa, ieri pomeriggio Lorenzo Mauri avrà avuto modo di assaporare il gusto di un ’altra stagione al top: sesto posto assoluto nel Mondiale piloti Superbike, titolo mondiale per i piloti indipendenti con Axel Bassani. E, alle porte, una stagione altrettanto intrigante, con Michael Ruben Rinaldi, reduce da tre stagioni nel Team Ducati ufficiale, al posto di Bassani in sella.

Mauri, che voto dà al vostro Mondiale?

Beh, un otto e mezzo ci sta tutto...

Terza stagione al top della classifica, appena dietro ai migliori, davanti a tante squadre ufficiali. Non si può più parlare di miracolo...

In effetti a me la definizione miracolo non mi è mai piaciuta. “Miracolo” sa di cosa estemporanea, quasi senza spiegazione. Qui c’è tanto lavoro, dietro.

Con Bassani avete ri-vinto il titolo indipendenti.

Una grande soddisfazione. Purtroppo siamo passati dalla quinta posizione assoluta alla sesta all’ultima gara, per due punti. Ma Axel è stato buttato per terra due volte. e se fai zero in due gare...

Nelle ultime corse però qualcosa non filava più bene. Cosa è successo?

In effetti da Magny Cours in avanti abbiamo fatto un po’ di fatica a stare nella top 5-6. Dopo l’incidente in prova a Magny Cours, Axel diceva di non avere più lo stesso feeling. Forse ha contato anche la sua firma con la Kawasaki ufficiale, che magari gli ha messo un pizzico di pressione.

Fatto sta che si chiude un binomio, Motocorsa-Bassani, assolutamente eccezionale in quanto a prestazioni e risultati.

Mi ricordo il suo primo test con noi, era acerbo dal punto di vista della metodologia di lavoro. Siamo cresciuti insieme. Abbiamo avuto un bel rapporto, resterà un ricordo indelebile e sarò sempre suo tifoso.

Appunto: in Kawasaki ufficiale saprà confermarsi?

Avrà delle difficoltà, che poi non sono difficoltà ma step di crescita. Il team ufficiale ti mette delle pressioni differenti. Uno ci può mettere una corsa e dieci a digerire il nuovo status, ma non ho dubbi che Axel ce la farà.

Avete scelto Rinaldi per sostituirlo.

Sono contento di avercela fatta. La scelta più logica.

Una trattativa lunga. Sembrava un sogno...

Pensate che a un certo punto mi ero messo in testa di fare la squadra con due moto e che l’altro pilota potesse essere Rinaldi. Lo avevo detto a Bassani, che aveva dato l’ok. Poi le cose sono andate diversamente, e quando Bassani mi ha manifestato la voglia di cambiare, abbiamo di nuovo coltivato l’idea Rinaldi. Sembrava tutto in salita. ma poi ce l’abbiamo fatta.

Una bella scelta.

Devo dire che mettere in sella un pilota che scende dalla Ducati ufficiale per me è una gioia, uno stimolo e uno step ulteriore. Ha un grande know how. Prima del primo test ero preoccupato, perché nel Team ufficiale lui aveva tutto al massimo. Invece è andata bene, lui si è rivelato molto soddisfatto e questo suona anche come un giudizio positivo per noi. Con Ruben vogliamo crescere ancora.

Com’è rispetto a Bassani?

Molto differente dal punto di vista caratteriale. Axel è molto riservato, anche duro quando si tratta di esternare. Michael è rigorosissimo in pista, ma una volta giù dalla moto è allegro e aperto.

Con lui inseguirete il primo successo nel mondiale?

Uffa (ride, ndr). Non correte. Ho detto che il nostro sogno un giorno è vincere una gara. Tutto lì. Quando succederà, non importa. L’importante è che succeda.

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