Ti Amo: Como, il pari significa serie A. Qui le foto della serata

Il verdetto Prima la paura, si va sotto con il Cosenza, poi il pareggio, ma soprattutto il gol dello Spezia con Venezia. E allora è l’apoteosi per una promozione (dopo 22 anni) che è clamorosamente diversa da tutte quelle precedenti

Serie A, serie A, serie A. Sembrava impossibile, invece ci siamo tornati. Serie A, serie A, serie A: e chi le trattiene adesso le lacrime? Serie A, Serie A, Serie A: fa quasi spavento, impressione. Non ci sarà un solo tifoso azzurro che ieri sera non abbia riguardato indietro, alle sabbie mobili, alle paludi, alla melma fangosa degli ultimi decenni. Con qualche lampo di luce buono solo per avere rimpianti.

Serie A, Serie A, serie A: quando l’arbitro ha fischiato la fine la città tifosa ha avuto un mancamento, sono crollate le ginocchia e le inibizioni. Dopo un’altra serata un po’ così, come a Modena, a tratti anche come il Cittadella, con una squadra un po’ stanca o forse solo intimorita. chissà. Sotto 0-1, la paura di rimandare tutto ai playoff: oddìo i playoff come facciamo? Che paura. «Sono scarichi sono scarichi, cosa è successo?», si chiedevano tutti all’intervallo. E invece è andata bene, a La Spezia, dove il Venezia ha incassato due gol, e anche al Sinigaglia con un pari arrivato su rigore. E allora le scene della Cremonese due anni fa qui, a festeggiare la Serie A, le abbiamo riviste finalmente con i colori azzurri.

Questa è stata una promozione mai vista. Per tre ragioni. La meno importante: è la prima ad essere festeggiata di sera, anzi di notte, il terreno più adatto per far decollare la magìa e le emozioni. Il luogo naturale per far battere il cuore. Soprattutto, e veniamo alla seconda e più importante ragione, il Como non è mai andato in Serie A con questo tipo di prospettiva. Diciamoci la verità: guardando i giocatori che saltellavano in campo a fine partita e festeggiavano con la gente impazzita, ci siamo visti allo specchio così uguali e così diversi. Abituati, sempre, ad andare in Serie A da outsider, stavolta ci siamo andati da padroni. Che strana sensazione.

Se in passato la Serie A era stata un sogno, una inattesa eventualità, stavolta è tutto molto più programmato. Strano.

E poi c’è il terzo motivo: la serie A che accoglierà il Como sarà estremamente diversa da quella che abbiamo lasciato 21 anni fa. Più di quanto non lo fosse quella, rispetto alle precedenti. Il calcio come show, il calcio visibile dappertutto, il calcio delle proprietà straniere, il calcio passerella. E una città che nel frattempo è diventata il teatro più adatto al mondo (esageriamo?) per ospitare questa avventura sportiva. Siamo cambiati, siamo tremendamente cambiati. Saliamo sull’astronave, andiamo sulla LunA.

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