Cantù, la parrocchia è in rosso, ma migliorano i conti e le attività proseguono a pieno regime

Cantù Il punto sulla Comunità pastorale San Vincenzo . L’indebitamento è diminuito di oltre 60mila euro. Il bilancio però chiude con un passivo di 250mila euro

Impegnandosi a vedere il bicchiere mezzo piano, anche in considerazione del fatto che una parrocchia non è un’impresa, il dato positivo è che le attività sono tutte riprese a pieno regime, dopo la pandemia, e che l’indebitamento è diminuito di oltre 60mila euro. Il bilancio, però, si chiude in rosso di 250mila euro, anche a causa dell’aumento delle bollette, che non ha certo riguardato solamente le famiglie.

Cinque parrocchie

Tempo di conti in casa della Comunità Pastorale di San Vincenzo, che ha reso noto il rendiconto del 2022, approvato nel mese di marzo dal Consiglio per gli affari economici e che verrà presentato al Consiglio pastorale in una prossima riunione. O meglio, i rendiconti, dato che le parrocchie sono cinque: San Paolo, San Michele, San Teodoro, San Carlo e San Leonardo a Intimiano. Il dato totale vede la chiusura del bilancio totale di comunità con un meno 253mila euro, a fronte del meno 380mila del 2021. Quasi 130mila euro di differenza quindi. Il responsabile della comunità don Fidelmo Xodo sottolinea che l’esercizio 2022 è stato caratterizzato dalla ripresa di tutte le attività pastorali post pandemia, quindi sono aumentate le offerte «ma di conseguenza anche i costi, parzialmente ridotti durante gli ultimi due anni».

Costi aumentati

Chiese e oratori sono tornati ad animarsi, ma questo significa anche che è stato necessario illuminarli e scaldarli. E infatti si ravvisa «un incremento consistente delle spese per le utenze di oltre 50 mila euro per tutte le cinque parrocchie, nonostante i risparmi messi in atto per contenere i costi e l’adesione ad un gruppo di acquisto diocesano per calmierare i prezzi». Un tema, questo, che è emerso in maniera importate nelle scorse settimane, quando è stato annunciato che a partire dalla prossima estate l’oratorio di San Teodoro cesserà di accogliere le attività giovanili, nella prospettiva di essere “riconvertito” in un “polo della carità.

Il progetto è riunire in un unico luogo le attività caritative e sociali della Comunità e il Consiglio pastorale ha dato mandato di verificarne la fattibilità.

Attività estive in due oratori

Le attività estive, quindi, si concentreranno nei due oratori di San Michele e San Paolo.

Dal prospetto reso noto si evidenzia una progressiva riduzione generale dell’indebitamento, considerando anche gli anni precedenti: rispetto al 2021 è diminuito di 66 mila euro, passando da 589mila euro a 523mila.

Il passivo maggiore si registra a San Michele, con un – 278mila euro, mentre San Teodoro chiude in attivo di 7.500 euro, San Carlo di 24mila e San Leonardo di 77mila. Don Fidelmo richiama quindi «l’importanza e la responsabilità che ciascun fedele ha nel firmare la destinazione dell’8x1000 alla Chiesa cattolica e la consapevolezza che le offerte deducibili, date appositamente per il sostentamento del clero, liberano risorse economiche per altri settori della vita ecclesiale, in particolare quello della carità». E, richiamando le parole dell’arcivescovo Mario Delpini, ricorda che «il nostro impegno è quello di non sperperare le risorse, di non trascurare il deperimento degli immobili, magari riqualificandoli o destinandoli ad altre finalità, di non far prevalere interessi o progetti di carattere privato e di evitare una cattiva amministrazione».

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