Cantù, vedono i ladri con il telefonino
Ma loro fuggono con l’argenteria

Ennesimo colpo in centro città, in via Rencati. Malviventi in azione poco prima delle 19

Il furto in diretta. La famiglia derubata, in quel momento fuori città, ha visto tutto sui cellulari, collegati alle telecamere wi-fi.

I proprietari, oltre ad accendere e spegnere a distanza, con una app di smartphone e computer, alcune luci di casa, un aspetto che sembra aver messo non poca fretta ai malviventi, hanno provato subito ad avvisare i parenti che abitano a fianco.

Via con 12 pezzi

Ma hanno trovato tutti i telefonini spenti: alla stessa ora, le 18.45 dell’antivigilia di Natale, erano tutti in chiesa a San Michele, alla messa in ricordo di una familiare defunta. I ladri, ripresi dalle telecamere di casa, hanno girato tra le stanze e si sono presi 12 pezzi - piatti, vassoi - d’argento.

E così, tra i primi ad attivarsi, oltre ai Carabinieri, svelti a scavalcare il cancello pur di arrivare immediatamente alle stanze svaligiate, sono stati i vicini del gruppo WhatsApp della zona di via Rencati. Pronti nel segnalare a tutto il quartiere la presenza dei topi d’appartamento.

Il furto è avvenuto a poche ore dalla vigilia di Natale. Verso le 18.45. Quando la famiglia si trovava a Milano. «Nel video si vedevano diverse persone - racconta la derubata - I Carabinieri dicono che è meglio dotarsi di telecamere interne: siamo in pochi, a Cantù, ad averle. Noi eravamo fuori città. Dal telefono, collegato alle videocamere, abbiamo visto tutto. E posso assicurare che purtroppo non è bello assistere ad una scena del genere. Sono furti, si teme, non occasionali. Ma pianificati, sistematici. L’oro non ce l’avevo già più, in casa non abbiamo più nulla. Si sono presi dodici pezzi della nostra argenteria».

I Carabinieri sono arrivati in poche decine di secondi: non più di un paio di minuti. In strada, anche alcuni residenti del gruppo WhatsApp di via Rencati. Un uomo è arrivato con il suo cane al guinzaglio.

I ladri hanno anche danneggiato un pannello elettrico interno alla casa. Oltre agli infissi forzati per poter entrare nell’appartamento, al piano terra. Come sottolineato, il gruppo WhatsApp, a cui è iscritta la stessa famiglia, è stato assolutamente di supporto nel momento complicato. Per una gestione per certi condivisa dell’emergenza.

Il caso di quattro anni fa

Risale a quasi quattro anni fa un precedente furto nella stessa casa. Che presenta delle caratteristiche molto simili. Come aveva raccontato all’epoca la signora: «Abbiamo tablet e smartphone collegati al nostro sistema di videosorveglianza. E quando c’è una variazione anche di rumore, arriva un avviso via e-mail. Alle 19.05 abbiamo così sentito il suono di chi, in quel momento, stava forzando le persiane al pianterreno della nostra abitazione. Poi abbiamo visto nelle immagini due figure, abbastanza indistinte. Non è facile gestire quello che succede in quei momenti». Tra la refurtiva il cassetto di un mobile antico e una decina di portagioie.

L’oro era già stato messo al sicuro in una cassetta di sicurezza. Certamente: non il primo e nemmeno il secondo furto in zona.

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