Fuga dal Comune, già 17 addii da gennaio

Palazzo Cernezzi Aumentano le richieste di mobilità verso altri enti (erano 6 nel 2022). Poi ci sono i pensionamenti. L’assessore: «Per le amministrazioni oltre i 100 dipendenti basta una comunicazione. Dall’estate scorsa 74 assunti»

In quattro mesi sono 17 i dipendenti comunali che hanno comunicato l’intenzione di trasferirsi in altri Enti pubblici. Gli ultimi due sono gli architetti del settore Opere pubbliche Elena Lo Jacono (in servizio in Comune dal 2000 che, dal primo maggio, andrà all’Asst Lariana) e Maurizio Ostini (a Como dal 2019 e diretto a Cinisello Balsamo). Come detto sono numerosi i dipendenti che hanno già traslocato: c’è chi è andato a Cantù, altri in Comuni più piccoli e ancora nei prossimi mesi ci saranno altri addii, verso la Provincia ma c’è anche chi guarda in Regione. L’anno scorso erano stati complessivamente sei i dipendenti in uscita, ma va anche detto che la questione delle mobilità era finita anche in tribunale poiché in precedenza era stata data l’interpretazione che poteva essere concessa solo con la certezza della sostituzione del dipendente, ma i giudici hanno stabilito che non c’è alcuna correlazione.

«Scelte personali»

«Quando una persona trova un posto più congeniale alle sue esigenze - commenta l’assessore al Personale Nicoletta Anselmi, con alle spalle una lunga carriera di dirigente delle Risorse umane nel Comune di Cantù - credo che l’amministrazione non debba fare nulla perché si tratta di scelte personali e dovute ai motivi più diversi. Tra l’altro la norma prevede che negli Enti con più di cento dipendenti, come il Comune di Como, venga consentito di usufruire della mobilità senza richiesta di nulla osta. È sufficiente infatti una semplice comunicazione». Anselmi chiarisce anche che in entrata, attraverso il meccanismo della mobilità tra Enti pubblici, nel 2022 ci sono stati cinque ingressi e nove da formalizzare dall’inizio dell’anno. «Nel secondo semestre del 2022 - prosegue l’assessore - abbiamo effettuato 46 assunzioni e 28 sono quelle che abbiamo fatto finora nel 2023».

Molti architetti e ingegneri

Ai trasferimenti verso altri Enti pubblici (c’è chi si avvicina a casa, chi punta a situazioni con qualità di vita lavorativa migliore) si aggiungono anche coloro che hanno scelto di lasciare il Comune per il privato già da tempo (da alcuni ingegneri del settore Strade e Mobilità ad architetti dell’Urbanistica) con stipendi nettamente superiori rispetto a quelli percepiti a Palazzo Cernezzi. Via dal Comune negli anni scorsi anche informatici e tecnici, in qualche caso per nuovi impieghi in Ticino. Poi c’è anche chi arriva, soprattutto nei ruoli chiave. Dal primo luglio è atteso ad esempio il nuovo dirigente delle Opere pubbliche Luca Noseda, con un passato a Palazzo Cernezzi e in arrivo da Cantù.

Infine bisogna considerare i pensionamenti che hanno riguardato tutti i settori comunali. Tra l’altro anche le assunzioni non sono così semplici poiché in alcuni comparti l’appeal del pubblico non è di certo quello del passato e soprattutto nel settore tecnico sono pochi quelli che si presentano ai concorsi.

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