Il Ferùn fa centro: in tanti a passeggio
tra le bancarelle a Cantù

L’evento È stato un Ferragosto secondo tradizione, nella città che cambia l’evento resta un riferimento. L’assessore: «Tantissima gente e numeri da record»

Nella Cantù che cambia, qualche rito collettivo resiste.

Uno, senza dubbio, è quello della passeggiata tra le bancarelle, per la fiera di San Rocco, il giorno di Ferragosto, consuetudine alla quale ancora una volta non si sono sottratti i canturini rimasti in città. Non pochi, cui si sono aggiunti tanti in arrivo dai Comuni vicini, portando così migliaia di passaggi tra i banchi colorati.

Affluenza continua

«Tantissima gente – commenta l’assessore alla Cultura Isabella Girgi, che non è mancata - Un anno con numeri da record, finalmente davvero post pandemia. Dalle bancarelle alle persone». In questi giorni la città è davvero chiusa per ferie, sulle serrande dei negozi si allineano i cartelli che danno appuntamento a fine mese. Ma martedì come sempre, da oltre 150 edizioni, si è rinnovato l’appuntamento con la fiera di San Rocco. Il Ferùn, come lo chiamano i canturini, uno dei tre che scandiscono l’anno canturino, con quello di Santa Apollonia a febbraio e quello del Santo Crocifisso a ottobre, al quale si partecipa non tanto per la smania di qualche acquisto – che comunque ci scappa – ma soprattutto per il rito in sé, per rinnovare una tradizione, per incontrare gli amici e i conoscenti che, spesso, capita d’incrociare solo in queste occasioni. Tanto che per percorrere via Alla Madonna, con le tante tappe per quattro chiacchiere e un’occhiata alla merce sui banchi, tocca prendersi il proprio tempo.

Appuntamento ormai da qualche anno ridotto a un’unica giornata, senza la replica del 16 – che pure è la reale ricorrenza di San Rocco – inscalfibile, tanto che persino nell’anno del Covid non ha mai saltato il suo rito. Nelle ultime edizioni i numeri non erano stati quelli del passato, perché la situazione che si stava vivendo nulla aveva a che fare con il passato, tra mascherine e ingressi contingentati.

Martedì, invece, le presenze sono tornate crescere. Circa 130 espositori, tra via Alla Madonna – la più affollata – piazza XVI Aprile, via Canturio, via Cesare Cantù, via Brighi. Gente a passeggio fin dalle prime ore del mattino, e bancarelle che ormai possono dirsi storiche, presenti ogni Ferragosto da quarant’anni. Non una ressa, ma una presenza molto numerosa e costante.

Ma niente frutta

Tante famiglie, bimbi nel passeggino o sulle spalle di papà per la stanchezza, cani al guinzaglio. Ce n’è per tutti i gusti, dagli abitini colorati alle borse, dagli orecchini alle essenze profumate. Non è raro vedere qualcuno andarsene con un aspirapolvere sotto braccio, dopo la visita al banco specializzato.

E immancabili le appassionate dimostrazioni di prodotti per la cura della casa dalle caratteristiche formidabili, parola del venditore, dal panno per la pulizia alla padella. Piccola nota di colore: qualche visitatore ha fatto notare la mancanza, quest’anno, dei banchi di fritta e verdura, dicendosi deluso perché, in passato, il Ferùn era anche l’occasione per acquistare belle angurie da mangiarsi fresche nel caldo pomeriggio di festa. Non sono stati assenti invece salumi e formaggi d’ogni tipo, le imprescindibili frittelle, e funghi profumati che generavano gustose discussioni su piatti ben poco agostani.

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