Estorsioni e botte a mamma, zia e nonna: arrestato mentre prelevava al Postamat

Mariano I carabinieri aspettano il giovane di 30 anni allo sportello, cogliendolo in flagranza. Il fatto in via XX Settembre. In pochi mesi il tossicodipendente si è appropriato di 20mila euro

I carabinieri della tenenza di Mariano hanno arrestato l’altroieri in città un giovane di 26 anni nato a Cantù, conosciuto per i suoi seri problemi di tossicodipendenza, oltre che per una serie di precedenti denunce, tutte di natura penale.

È accusato di estorsione e di maltrattamenti in famiglia: se è vero quanto fin qui ricostruito, negli ultimi mesi sarebbe riuscito a estorcere ai suoi familiari più stretti qualcosa come 20mila euro in contanti, a suon di botte e minacce. L’altroieri l’ultimo episodio: avrebbe affrontato con lo stesso tono e la stessa “determinazione”, non solo la madre - 55 anni, operaia di professione, nata a Mariano - ma anche la zia materna - lei pure nata a Mariano - e addirittura la nonna, 84 anni, invalida, vedova e pensionata.

La ricostruzione

Stesso canovaccio di sempre: dopo avere preso a sberle la madre, il giovane l’avrebbe convinta, l’altra mattina, ad accompagnarlo alle Poste di Mariano per prelevare 200 euro da consegnargli. La zia è stata brava a chiedere l’intervento dei carabinieri, che un minuto più tardi erano già alle Poste : il nipote è stato subito arrestato, prima che sua madre fosse stata costretta a consegnare quell’ennesima tranche dei risparmi di una vita, sempre più ridotti all’osso, quantomeno sulla base del resoconto che poche ore più tardi le due donne - madre e zia - dettavano ai militari, formalizzando una denuncia che consente di chiudere un lungo periodo di violenza e maltrattamenti, di cui gli stessi carabinieri di Mariano erano peraltro già a conoscenza.

Il ragazzo ora è al Bassone, dove aspetta di incontrare il giudice chiamato a convalidane il fermo: deve rispondere dei reati di maltrattamenti in famiglia ed estorsione, gli uni e l’altra aggravati. Se è vero quello che hanno raccontate madre, zia e nonna, le percosse - soprattutto all’indirizzo della mamma - si ripetevano da mesi, in un clima di terrore e di totale assoggettamento sempre conseguenza del bisogno di denaro destinato, con ogni probabilità, all’acquisto di droga. Naturalmente manca la versione sua, che - se vorrà - il ragazzo potrà riferire al giudice.

Resta il fatto che quei 20mila euro siano stati effettivamente dilapidati. Ora l’indagine potrà proseguire, non solo per ricostruire i singoli episodi ma anche, eventualmente per inquadrare meglio le fonti di approvvigionamento e i confini dell’eventuale giro di spaccio.

Il nome del ragazzo

L’identità dell’arrestato - contrariamente a quanto avviene in altre circostanze e per altri tipi di reati - non possono essere rivelate se non a rischio di rendere identificabili la madre, la nonna e la zia, cui per legge spetta invece una tutela speciale, la stessa riservata a tutte le vittime di ogni tipo di violenza.

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