Palasport Parini, la rabbia dello sport: «Due anni persi, una presa in giro»

Cantù Le reazioni delle società sportive dopo la revoca dell’appalto all’impresa inadempiente. Molteni (Libertas) non nasconde la delusione. Munafò (Pgc): «Continueremo a elemosinare ore»

L’epilogo, purtroppo, ormai era inevitabile. Ma questo non toglie un briciolo di amarezza alle società sportive che hanno casa al palazzetto Parini, la Libertas, volley, e Progetto Giovani Cantù, basket.

Cantù nel nome, ma la loro casa, ormai da quattro anni, è altrove, vagabondando tra gli impianti del Comasco, e non solo, in cerca di ospitalità.

La strada è tracciata, si va verso la risoluzione del contratto per i lavori di riqualificazione energetica del palazzetto Parini, ancora ostinatamente chiuso. Il che significa intraprendere una lunga causa giudiziaria, dover appaltare nuovamente i lavori. La risoluzione porterà inevitabilmente a prolungare la chiusura dell’impianto e anche un danno economico, dato che bisognerà rifinanziare un progetto che risale al 2017, adeguandolo al prezzario del 2023.

L’ultimo atto

L’ultimo atto, confermato dal sindaco Alice Galbiati e dall’assessore ai Lavori Pubblici Maurizio Cattaneo, è stato, nei giorni scorsi, un confronto in contraddittorio tra i tecnici comunali e l’azienda appaltatrice, che ha portato a prendere atto che i lavori, all’ultima scadenza fissata al 30 settembre, non sono conclusi. Avrebbero dovuto esserlo a dicembre del 2021. E’ una squadra di serie A2, la Libertas Cantù, la società di volley che Ambrogio Molteni ha fondato nel 1982, ma deve bussare ai Comuni in cerca di spazi per le partite delle giovanili e gli allenamenti della prima squadra, anche a orari improbabili, ammette perché tocca prendere quelli liberi. Condizioni «come fossimo una squadra dell’oratorio».

«Potevano arrivare alla risoluzione due anni fa – dice – Sono stati due anni persi, due anni in cui siano stati presi in giro». La delusione è tanta. «Quando abbiamo fatto un sopralluogo, allora – continua – era già evidente che i lavori non procedessero, che non ci fossero le condizioni. Gli adempimenti degli stati di avanzamento lavori non venivano rispettati, si poteva capire come sarebbe andata a finire, senza trascinarsi fino a questo punto». E pensare, dice con dispiacere, «che un anno e mezzo fa dicevano che entro un mese saremmo entrati per gli allenamenti».

Casnate, Monza, Villaguardia

Invece si continua così, arrangiandosi, fuori Cantù, tra Casnate, Monza, Villaguardia. Il che influisce anche sulle prestazioni, «se avessimo una palestra per allenarci in maniera continuativa anche gli atleti sarebbero più tranquilli e sereni, questa situazione alla lunga snerva». Ora si spera di vedere la fine di tutti questo il prima possibile: «Mi auguro – prosegue Molteni - che per marzo o aprile si capisca cosa dovremo fare per la prossima stagione sportiva».

Antonio Munafò, Progetto Giovani Cantù, nemmeno vuole più rilasciare dichiarazioni, dopo le tante di questi anni, tra speranze e delusioni: «Io non voglio più parlare di Parini. Non possiamo far altro che adeguarci e continuare a elemosinare ore nelle varie strutture sparse per la provincia. Fortunatamente, ora che Seveso è diventato la palestra della Pallacanestro Cantù, anche noi portiamo un paio di squadre». Ma si tratta sempre di soluzioni provvisorie. «Aspetto solo il giorno, quando sarà – dice - della festa di inaugurazione, quando sarà riaperto. Voglio sperare di vederla».

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