Parini, addio speranze: niente gru e lavori. Comune pronto alla rottura del contratto

Cantù Dalle aziende silenzi e imbarazzi, tutto fermo a due giorni dalla scadenza dell’ultimatum. L’assessore: «Nulla è cambiato, se i lavori non saranno chiusi a fine mese pronti alla risoluzione»

La gru che nemmeno è arrivata. La promessa di concludere i lavori entro la fine di settembre: sarebbe domani. Una promessa che diventa sempre più irrealizzabile con il passare delle ore. Inoltre, tra la Puglia e il Piemonte, una serie di silenzi, di non risposte, fra nervi a fior di pelle e comunicazioni bruscamente interrotte. Intanto il Comune non ha cambiato idea: se i lavori non saranno conclusi entro la mezzanotte che scoccherà tra domani e domenica, la strada sarà quella della risoluzione del contratto.

Addio speranze, si potrebbe dire, per i lavori al palazzetto Parini. Il tempo dell’attesa sembra essere passato: per il 30 agosto scorso, un mese fa, il Comune aveva volentieri concesso la possibilità di chiudere via Cavour da allora e sino all’8 settembre. Niente da fare. La gru non si è mai vista. E la data del 30 settembre, che gli appaltatori avevano promesso di rispettare, è giusto dietro l’angolo.

Le chiamate alla Didaco Srl

Andria, Puglia. Qui ha sede la Didaco Srl. La Provincia, questa settimana, ha chiamato più volte per chiedere se e quando sarebbe arrivata la famosa gru. Che, in teoria, a causa di un problema tecnico, come era già stato riferito dalla stessa Didaco, sarebbe dovuta arrivare a metà settembre. Risposta dal centralino - contattato già nei giorni precedenti - a una prima telefonata di ieri: «Non vi ha chiamato il nostro rappresentante legale? Lascio detto di chiamare di nuovo».

Seconda telefonata: «No, in questo momento è in cantiere, il suo cellulare non prende, ma abbiamo lasciato a detto a un collaboratore. Non sappiamo se oggi tornerà».

Athanor Consorzio Stabile

Bari. Dove ha sede la Athanor Consorzio Stabile, l’altra società dell’associazione temporanea d’impresa con Didaco. A richiamare dopo un primo messaggio è una persona che si qualifica come “ufficio segreteria”: «Noi siamo un consorzio, abbiamo la commessa. Non so chi debba montare la gru. Non siamo in grado di rilasciare dichiarazioni e non riesco a dare informazioni. Non seguiamo le parti della lavorazione. Ma a voi cosa interessa?». Ricordiamo che si tratta di un’opera pubblica, e che quindi l’interesse è pubblico. Chiediamo di inviare un messaggio di posta elettronica certificata per avere risposte. «Mandate pure», le ultime parole prima che la comunicazione venga improvvisamente interrotta. Niente: nessuna risposta giunta in tempo utile.

Studio Settanta 7

Torino. Qui si trovano alcuni uffici dello Studio Settanta 7, di cui fa parte il direttore dei lavori, l’architetto Elena Rionda. «Non conoscevo il suo numero, non posso parlare, sono in call. Il palazzetto Parini non è una vicenda che posso trattare in un minuto - dice - mi richiami dopo». A che ora, alle 13? «Prima: alle 12.45». Nessuna risposta a quell’ora e nemmeno ad altre due telefonate successive nel primo pomeriggio. Nessuna risposta a un messaggio WhatsApp. Anche qui: nessuna spiegazione è arrivata in tempo utile.

Per Maurizio Cattaneo, assessore ai lavori pubblici: «Nulla di diverso da due giorni fa, non è cambiato nulla».

E quindi: «Avevamo fatto protocollare quanto l’impresa garantiva: che entro il 30 settembre sarebbero finiti i lavori. Vediamo se i lavori verranno terminati entro sabato. Altrimenti, dovremo adire le vie legali: siamo pronti alla risoluzione del contratto».

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