Berna boccia la mozione antitaliana : «No al ritorno dei controlli in frontiera»

Maslianico Lega dei Ticinesi e Udc volevano che si tornasse alla prassi precedente a Schengen . Ma governo e camera bassa si sono opposti. La replica: «Così saremo invasi dalla malavita»

Un’altra spallata - che più di un osservatore ha definito decisiva - alle velleità dell’Udc e della Lega dei Ticinesi di introdurre controlli sistematici ai valichi di confine, a cominciare da quelli “minori”, è arrivata dal Consiglio nazionale, la Camera “bassa” del Parlamento svizzero.

I deputati elvetici con 112 voti contrari hanno detto “no” a una mozione che rischiava di incrinare i dettami del trattato di Schengen, legato ai controlli e soprattutto alla libera circolazione sia delle merci che delle persone.

Le conseguenze sul traffico

Qualora la mozione fosse stata accolta, sarebbe risultato più difficile non solo transitare quotidianamente lungo i due lati della frontiera (il primo riferimento è ai nostri frontalieri), ma anche solo recarsi nel confinante Ticino per il pieno di carburante.

Secondo il Consiglio federale, che ha accolto il “no” fermo del Consiglio nazionale nell’ottica di una nuova e proficua collaborazione con l’Unione Europea, «le disposizioni legali per introdurre i controlli sistematici ai confini, in virtù dell’accordo di Schengen, non sono state ancora perimetrate».

Peraltro il Governo ha aggiunto nella sua risposta istituzionale un elemento di grande interesse nelle dinamiche transfrontaliere e cioè che i controlli porterebbero in dote «enormi ripercussioni sulle regioni di frontiera e sul traffico dei frontalieri».

Questo per dire che alzando il livello di guardia si rischierebbe il caos su entrambi i lati del confine, con viabilità al collasso. Immediate le reazioni in Ticino.

«Il Consiglio nazionale non vuole proteggere i confini - ha replicato il consigliere nazionale Piero Marchesi -. Per combattere l’immigrazione illegale, ben 11 Paesi in Europa hanno reintrodotto i controlli ai confini. Il Consiglio nazionale - con la maggioranza formata da Partito Socialista, Verdi, Il Centro e Plr - ha bocciato la nostra proposta di reintrodurre controlli sistematici alle frontiere. Per la maggioranza dunque proteggere i confini non è una priorità».

Chiaro che per trovare il maggior consenso possibile, l’Udc ha fatto leva sui quasi 50mila ingressi illegali registrati in Svizzera lo scorso anno, buona parte dei quali avvenuti attraverso la frontiera “sud”, che chiama in causa direttamente anche il nostro territorio.

Le reazioni

Sulla stessa lunghezza d’onda anche il consigliere nazionale della Lega dei Ticinesi, Lorenzo Quadri: «Una volta ancora la partitocrazia in Consiglio nazionale ha rifiutato l’introduzione di controlli sistematici ai confini per combattere l’immigrazione clandestina e la criminalità d’importazione ad essa legata. Tutto questo nonostante 11 Stati abbiano deciso di reintrodurre questi controlli».

La Lega dei Ticinesi ha dunque aggiunto un altro elemento rispetto a quanto rimarcato dall’Udc ovvero la necessità di presidiare le dogane per arginare la criminalità transfrontaliera, «in arrivo dall’Italia grazie ai valichi incustoditi soprattutto nelle ore notturne», per dirla ancora con la Lega ticinese.

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