Due anni dopo l’alluvione a Blevio, la casa di Lorena Lenzi è ancora inagibile: «Sono senza un tetto e senza rimborsi»

Blevio Lenzi, costretta a pagare un affitto, ha deciso di avviare la ristrutturazione a sue spese: «Chiedo solo il risarcimento danni che mi spetta e che mi era stato promesso, ma per ora nulla»

Due anni senza il tetto sopra la testa, spazzato via - il 25 luglio del 2021 - dalla spaventosa alluvione che mise in ginocchio mezza provincia di Como. Ebbene, avete un’idea di quanto possano essere infinitamente lunghi due anni, passando da una mail ad una relazione tecnica, da una carta bollata all’altra, da una risposta prenditempo al rimpallo di responsabilità tra enti? E senza vedere un euro di quanto pomposamente promesso a favore di telecamera?

Nel caso abbiate dei dubbi, potete interpellare Lorena Lenzi, infermiera del Sant’Anna di Como, proprietaria a Blevio di un’abitazione invasa da acqua e fango scesi dalla collina e diventata inagibile. Centocinquantamila euro di danni, certificarono gli esperti. Rimborsi ricevuti? Zero euro.

La testimonianza di Lorenza Lenzi: «Situazione di abbandono»

Due anni, si diceva. E, nel frattempo, il mondo di Lorena è cambiato. Il padre - ne avevamo riferito qualche mese fa - se l’è portato via il dispiacere per quello scenario da guerra. Lei, abituata per lavoro a soccorrere gli altri, si è ritrovata sola, costretta ad affittare un’altra abitazione («ovviamente arredata visto che non avevo più nulla, e potete immaginare quanto possa costare un alloggio a Lake Como») e alle prese con quella che genericamente definiamo “burocrazia”, termine che tutto comprende e che nulla spiega.

«Un anno fa - spiega - ho scritto al vostro giornale una lettera per spiegare la situazione di abbandono. Dopo i vostri articoli, che sicuramente sono stati letti laddove dovevano essere letti, sono arrivati i soldi del contributo affitto. Era ottobre dello scorso anno».

Due anni dopo l’alluvione, l’incubo burocratico continua

Spente le telecamere, tuttavia, la vita è (non) ripresa come prima. Da allora - ed è passato un altro anno - il contributo affitto non è più arrivato. «Ho scritto varie email in Regione e anche al mio Comune per segnalare la situazione. La risposta è stata: a luglio questi contributi dovrebbero arrivare. Ho ricontattato il mio Comune nei giorni scorsi e mi è stato detto che la Regione non ha versato niente. E intanto la Regione, dal canto suo, mi dice che i soldi dovevano arrivare da Roma». Lei che bacia lui che bacia me, verrebbe da dire con un irriverente accostamento musicale. «E il bello è che non chiedo qualcosa che non mi spetta - prosegue Lorena - ma semplicemente quanto hanno promesso e poi deliberato».

Per non parlare, poi, del risarcimenti danni, gli indennizzi per la casa distrutta. «A luglio - aggiunge - mi sono stati chiesti ulteriori documenti da compilare tra i quali un’asseverazione - la chiamano così - a firma di un tecnico. E ovviamente sono tutte pratiche costose. Senza che nulla si intraveda all’orizzonte».

I debiti, le perdite, il dispiacere e la stanchezza: ecco le ferite dell’alluvione

Suscita ancora più indignazione, poi, la questione dei beni mobili, dalla cucina sommersa agli armadi distrutti... «Nell’ordinanza numero 996 del 18 maggio 2023 a firma del Capo della protezione civile Fabrizio Curcio, il risarcimento per i beni “mobili” viene quantificato con un massimale di 1.500 euro. Bene che mi vada, potrò ricomprare un tavolo e qualche sedia». Non che Lorena sia stata a guardare. «Mi sono stancata di questa situazione. Mi sono indebitata fino al collo e ho fatto partire i lavori per ristrutturare casa. Mio padre è morto di dispiacere e fuori di lì, vorrei che mia madre potesse tornare alla sua vita. A costo di sacrifici che non merito».

La morale è fin troppo chiara. «Questa babele di burocrazia accade in Lombardia, che i politici spacciano come territorio di eccellenza. E quando leggo che dei soldi spesi per comprare la neve finta nelle località di montagna, lo confesso, mi sale il sangue al cervello. Ma allora i soldi, quando li si vuole trovare, ci sono...».

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