Incastrato dal Dna sulla felpa. Arrestato per la rapina alla sala slot

Montano Lucino È un giovane di Villa Guardia. Il colpo avvenne il 13 novembre 2022 al Real Dream di Montano

Avevano agito in due, il 13 novembre 2022, all’apertura della sala slot Real Dream in via Leopardi a Montano Lucino. Il titolare, mentre accendeva le luci del locale, era stato minacciato da due rapinatori, uno che indossava la maschera di Dalì resa celebre dalla serie “La Casa di Carta” (brandiva una pistola), il secondo (coperto da una sorta di passamontagna) che impugnava un machete lungo 66 centimetri, con 43 centimetri di lama. Il primo – un ragazzo di 21 anni – era stato immediatamente arrestato dai carabinieri della stazione di Lurate Caccivio. In questi mesi ha già definito la propria posizione con la giustizia patteggiando la pena. All’appello mancava però ancora il secondo rapinatore in una indagine che nella giornata di domenica è arrivata ad una svolta: i carabinieri sempre della stazione di Lurate Caccivio hanno infatti dato esecuzione ad una ordinanza di custodia cautelare in carcere chiesta dal pm Antonia Pavan e concessa dal giudice delle indagini preliminari Carlo Cecchetti.

In manette è così finito il secondo presunto responsabile di quell’assalto, ovvero Samir Perroni, 27 anni di Villa Guardia, chiamato a rispondere all’ipotesi di reato di rapina in concorso. Il giovane è stato portato al Bassone e nelle prossime ore, assistito dagli avvocati Valentina Pillosio e Daniela Vigliotti, verrà sentito dal gip che ne ha firmato la misura restrittiva. Il ventisettenne – che nel colpo avrebbe impugnato il machete – era già finito tra i sospettati. Sul suo capo pesavano più elementi: i documenti del complice trovati in suo possesso nelle perquisizioni immediatamente successive al primo arresto, i tabulati telefonici che lo collocavano nelle vicinanze della sala slot (il colpo, lo ricordiamo, fruttò ai malviventi 1.500 euro) ed infine le telecamere dell’attività commerciale che l’avevano ripreso mentre usciva dal negozio, con il volto occultato in gran parte ma scoperto tra il naso e la fronte. Una porzione di viso che aveva permesso la comparazione con il profilo del sospettato.

Nelle ultime ore si è tuttavia aggiunto un ulteriore ed importante elemento, ovvero il Dna del sospettato trovato dai Ris di Parma sulla felpa con cappuccio che era stata recuperata dai militari dell’Arma subito dopo il colpo, assieme anche agli indumenti del primo arrestato che erano stati nascosti in un’area abbandonata di via Adda. Traccia repertata e confrontata con un mozzicone di sigaretta fumata dal ventisettenne di Villa Guardia che domani verrà sentito dal gip.

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