Una sanità tecnologica: «Ma con poco personale non andremo lontano»

Il dibattito Al forum di Cernobbio politica e manager. puntano su intelligenza artificiale e nuove tecnologie. Medici e infermieri: tanti pensionamenti, poco ricambio

Puntare sull’innovazione per rendere sostenibile la sanità, è difficile però riuscirci senza personale. Secondo i vertici della politica e della sanità nazionale, tutti riuniti questa settimana a Villa Erba al convegno organizzato da Motore Sanità, la tecnologia e l’intelligenza artificiale possono essere la chiave per salvare un sistema sanitario oppresso dalle crescenti richieste di una popolazione sempre più anziana, avendo a disposizione sempre meno specialisti e infermieri.

Spata: «Serve il capitale umano»

«È chiaro che senza medici e infermieri è difficile reggere – dice Gianluigi Spata, presidente dell’Ordine dei medici – ed è altrettanto chiaro che servono investimenti per reclutare il personale, come serve un approccio diverso alla formazione per rendere attrattiva la nostra professione. Per ancora quattro o cinque anni tra i medici di Medicina generale avremo più pensionamenti che neolaureati. Poi sono sicuro che la tecnologia e l’innovazione siano più che utili, per gestire meglio le liste d’attesa, le cronicità, per poter fare piccola diagnosi sul territorio e non negli ospedali. Ma per riuscirci, mi spiace, serve il capitale umano».

La gobba pensionistica tra gli infermieri è ancora peggiore. Secondo Barbara Mangiacavalli, comasca e presidente della Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche, il picco dei pensionamenti nella sua categoria avverrà solo tra sette o otto anni. «Al netto della fuga oltre confine, che a Como come in Lombardia è purtroppo un fenomeno assai preoccupante – le parole di Mangiacavalli – noi nell’ultimo anno abbiamo laureato circa 10mila nuovi infermieri, quando però ne sono andati in pensione circa 14mila. Le assunzioni negli ospedali hanno svuotato i territori, dai privati alle Rsa. Siamo sicuri che le novità tecnologiche siano traducibili all’interno dei vecchi modelli della pubblica amministrazione? Le procedure di reclutamento sono sempre le stesse anche se il mondo è cambiato». Servono nuovi professionisti e uno scatto da parte di tutto il sistema, altrimenti, dice sempre Mangiacavalli, «la sanità rischia di non essere più all’altezza dei bisogni dei cittadini».

Anche il nuovo direttore generale dell’Asst Lariana, pur felice dei tanti investimenti in arrivo per la tecnologia e l’innovazione della sanità, chiede uno svecchiamento delle procedure e delle normative che non permettono al sistema di correre più veloce.

I vertici di Sant’Anna e Valduce

«Dobbiamo essere innovatori – ha spiegato Luca Stucchi - tra le cose che devono essere cambiate adesso c’è sicuramente la normativa di riferimento, vecchia e inadeguata per poter affrontare le attuali problematiche. Penso, innanzitutto, alle modalità di reclutamento del personale». Personale, perché di persone è fatta la sanità.

«Non dobbiamo però minare la fiducia del personale sanitario ancora impegnato all’interno degli ospedali – così ha ragionato Mariella Enoc, procuratrice del Valduce – continuare a raccontare i fallimenti della sanità stanca, abbiamo invece ancora uno dei sistemi sanitari migliori dell’Occidente. Dobbiamo certo usare bene le nostre risorse in un momento complicato di cambiamento. Senza dimenticare che alla base del nostro sistema universale c’è un principio di solidarietà».

© RIPRODUZIONE RISERVATA