Al “Mit” di Boston a 17 anni: «Sin da piccola la matematica è la mia passione»

La storia La giovanissima comasca Beatrice Casartelli vola in Massachussets per una laurea nella migliore università scientifica del mondo

Da Como al Mit a soli 17 anni, giovane genio della matematica è a Boston per una doppia laurea.

Il Massachussetts Institute of technology, almeno secondo le classifiche internazionali sugli atenei più quotati, è da anni la migliore università scientifica al mondo. Entrare in facoltà non è affatto semplice, schiere di matricole studiano nel tentativo di passare i test. Ma il tasso d’accettazione si aggira attorno al 5%. La comasca Beatrice Casartelli invece è riuscita a conquistare un banco a soli 17 anni, per studiare non solo la matematica più pura, ma anche in contemporanea economia.

In Usa già all’high school

«A Como ho fatto le elementari e le medie dalle Canossiane – racconta Beatrice, che nel mentre ha compiuto 18 anni – e sin da piccola ero molto appassionata di matematica. Proprio per dare sfogo a questo mio talento ho proseguito gli studi a Milano, al liceo Volta e poi sono andata in America, alla Hopkinton high school». Un istituto che si trova nel Massachussetts, nel raggio di Boston. In quattro anni Beatrice è arrivata alla maturità, conquistando il diploma prima della maggiore età. Durante la sua carriera ha vinto giochi e olimpiadi di matematica. «Tutte le esperienze che ho fatto hanno contribuito a formare il punteggio utile per entrare al Mit – racconta Beatrice – occorre superare un test, dimostrare la conoscenza della lingua, la preparazione nelle scienze, bisogna mostrare un’attitudine internazionale. La combinazione dei miei risultati alla fine si è concretizzata nella lettera che l’ateneo mi ha inviato per accogliermi tra le matricole. Io ho scelto di frequentare matematica applicata, che ha un percorso un po’ diverso rispetto alla matematica tradizionale. Inoltre come doppia laurea faccio business management and consulting. È un secondo riconoscimento che voglio ottenere per riuscire anche nel campo dell’economia e meglio spendermi poi sul mercato del lavoro».

Beatrice adesso abita a Boston in pianta stabile, dal lato di Cambridge, non tanto distante dalla Harvard university, un altro degli atenei più famosi e blasonati del mondo. Per contribuire alle spese che sostiene la famiglia la matricola comasca si è trovata un lavoro all’interno del campus, aiuta la reception a smistare i pacchi in arrivo per gli studenti. Per integrarsi e sentirsi utile fa anche volontariato per un’associazione locale che si occupa della lotta all’Alzheiimer.

Non tornerò in Italia

«Boston è una città relativamente piccola, la più europea dell’America dicono – spiega la promettente studentessa – è accogliente. Detto che qui al momento fa freddissimo, il termometro arriva a meno 25 gradi e ha nevicato anche la scorsa settimana. Però è vero che poi, finiti gli studi, la carriera professionale deve confrontarsi con un ambiente molto competitivo, agguerrito. È difficile restare a vivere qui, non tutti possono permetterselo, non un obiettivo scontato. Certo io grazie alla mia famiglia ho fatto un grande investimento sulla formazione e non vorrei sprecare le opportunità che si sono venute a creare. Quindi non credo tornerò in Italia, vorrei riuscire a realizzarmi qui, tra il Mit e Harvard».

© RIPRODUZIONE RISERVATA