Assalto con ostaggi in pasticceria, tre sotto accusa

L’inchiesta La polizia perquisisce le abitazioni di tre persone sospettate di aver cercato di rapinare il Vago di viale Giulio Cesare

La rabbia non è mai una buona consigliera. Perché l’istinto e l’ira portano a commettere degli sbagli. E sono proprio quegli errori ad aver fatto finire nei guai tre comaschi, accusati di aver avuto un ruolo in una rapina dai contorni particolarmente inquietanti tentata - ma fallita - nell’estate di due anni fa.

Tra le persone finite sotto accusa, perché considerato uno degli organizzatori del colpo, il basista per dirlo in gergo, anche il cognato della vittima predestinata dell’assalto.

Il luogo del fallito assalto è la pasticceria Vago di viale Giulio Cesare. È la notte tra il 17 e il 18 luglio 2022. All’interno del laboratorio due pasticcieri stanno lavorando per predisporre i dolci e il pane per l’apertura del mattino. Il caldo estivo consiglia di tenere le porte e le finestre aperte. E così è quantomai agevole per due uomini, armati e con il volto coperto da un passamontagna, far irruzione nel laboratorio. Puntare una pistola semiautomatica contro i due pasticcieri, minacciarli e costringerli a non urlare e a sedersi su un paio di sedie.

Il blitz

Dei due malviventi, uno tiene la pistola, l’altro ha un taser, lo storditore elettrico, pronto a usarlo in caso di resistenza dei dipendenti della pasticceria. I quali, però, saggiamente decidono di obbedire agli ordini dei due banditi. Due uomini che, si capisce, avevano studiato ogni cosa: sapevano quante persone avrebbero trovato all’interno del locale da rapinare e si erano portati fascette di plastica, quelle “stringicavi” degli elettricisti, da utilizzare per immobilizzare le loro vittima mani e piedi.

Sono da poco passate le quattro del mattino, quando comincia la caccia al bottino. Una volta messi fuori gioco i pasticcieri, infatti, i rapinatori iniziano a cercare qualcosa che sono convinti debba assolutamente trovarsi nei locali che sono sotto il bar pasticceria.

Stanno cercando una cassaforte. E, non è escluso, forse sanno anche come aprirla. O, in ogni caso, come poterla portar via. Ciò che non sanno è che la cassaforte si trova dietro una porta blindata. La cui chiave non si trova - ovviamente - all’interno del locale. Così il colpo fallisce e loro fuggono.

Gli indagati

Sono i poliziotti della squadra mobile di Como ad avviare le indagini. E, grazie a un passo falso commesso da uno degli organizzatori a causa dell’ira per le informazioni “incomplete” avute da un presunto complice, a imboccare presto la pista giusta o, comunque, quella che per gli investigatori è la soluzione del caso.

Una soluzione che porta con sé una sorpresa che ha del clamoroso. Perché tra le persone accusate di aver avuto un ruolo nell’assalto, e precisamente considerato il basista, cioè colui che ha fornito le informazioni logistiche “incomplete”, vi è Natale Di Terlizzi, 65 anni di Tavernerio, titolare in passato di una palestra a Como e, soprattutto, cognato del proprietario della pasticceria Vago. Con lui è finito sotto indagine, per concorso in rapina aggravata e sequestro di persona, anche Michele Cuffreda, 58 anni di Tavernola, pure lui accusato di essere il basista, ovvero di aver proposto il colpo agli esecutori materiali. Uno di questi sarebbe Gianni Vitelli, 72 anni di Colverde.

Il colpo risale alla fine di luglio del 2022. Quando nel corso della nottata due uomini, armati con una pistola e un teaser e con il volto coperto da un passamontagna, hanno fatto irruzione all’interno del laboratorio di pasticceria del Vago di viale Giulio Cesare. Al momento dell’assalto erano al lavoro due pasticcieri, impegnati a infornare i prodotti per la mattina successiva. I due sono stati legati mani e piedi con delle fascette di plastica, mentre i rapinatori cercavano alcune casseforti che - secondo loro - dovevano trovarsi all’interno del locale. In realtà di cassaforti non ce n’erano e così, i due malviventi, dopo aver tenuto a lungo in ostaggio i dipendenti della pasticceria, sono fuggiti a mani vuote.

Dopo la denuncia, i poliziotti della squadra mobile hanno cominciato a cercare i primi riscontri per tentare di individuare una traccia che li portasse sulla pista giusta. E quella traccia è stata trovata nell’identificazione di uno dei possibili esecutori materiali. Da lì sono risaliti ai presunti basisti, ovvero i due organizzatori dell’assalto. Tutti quanti sono stati raggiunti, stamane, da un avviso di chiusura indagini firmato dal pubblico ministero Antonio Nalesso. Gli uomini della squadra mobile hanno anche provveduto a effettuare delle perquisizioni domiciliari a carico dei sospettati, accusati di rapina aggravata e sequestro di persona, sequestrato a casa di uno di loro una pistola teaser.

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