Il caso del bimbo irriso in mensa da un’educatrice: i supervisori del Comune a scuola

Como La dipendente di una cooperativa che ha in appalto la gestione dei bambini durante la pausa pranzo è accusata di aver chiamato “femminuccia” uno studente della scuola primaria di via Sinigaglia

«È importante ritrovare la serenità, ma serve anche la dovuta indagine. L’istruttoria non è finita, a brevissimo ci sarà l’incontro con la cooperativa e in tempi strettissimi si dovrebbe chiudere questa vicenda».

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Mira Bianchi, docente referente della scuola primaria di via Sinigaglia, venerdì era presente nell’orario della mensa insieme ai tre supervisori che, come promesso, il Comune ha inviato. Decisione presa dopo che, la settimana precedente, un’educatrice della cooperativa esterna che ha in appalto la gestione dei bambini (e non la somministrazione dei pasti), avrebbe chiamato un bimbo “femminuccia” perché giocava con le bambine, invitando gli altri alunni a battere le mani e prenderlo in giro con un coro. La cosa era arrivata alle orecchie dei genitori e, in particolar modo, a Giovanni Dato – membro del consiglio d’istituto – che aveva subito allertato Comune e scuola. Immediatamente è stata avviata l’istruttoria per verificare quanto accaduto - diversi bambini avrebbero confermato il racconto – per riservarsi poi di prendere le decisioni del caso. Il Comune aveva quindi annunciato di mandare i supervisori il venerdì successivo e così è stato.

«Sono rimasta fino alle 14.30, confermo che sono venute tre persone dal Comune che sono state lì fino alle 16 - spiega Mira Bianchi -. In questi giorni c’è stata preoccupazione da parte dei genitori, i rappresentanti di classe chiedevano come fosse la situazione. Abbiamo ricevuto anche manifestazioni di solidarietà dai genitori, ora serve ritrovare la serenità che ci contraddistingue, pur con la dovuta indagine». La scuola, va sottolineato, non ha alcuna responsabilità, trattandosi di un’educatrice della cooperativa esterna e, anzi, non appena è arrivata la segnalazione di Dato, la preside Grazia Miccolis si è subito mossa insieme al Comune per fare chiarezza. «Ci è dispiaciuto tantissimo, la nostra è una scuola che lavora sull’inclusione e valori universali nella quotidianità, lavoriamo molto anche sulla diversità – conclude Bianchi -. Oggi è importante educare i bambini ai valori della pace e dell’accoglienza e si cerca di trasmetterli sempre nella quotidianità». La volontà è quella di lasciarsi questa vicenda alle spalle, non prima di aver chiarito le eventuali responsabilità.

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