Colf e badanti, lo spettro del lavoro nero. I numeri sono in calo: -6,7% in un anno

Società Diminuiscono i contratti di collaborazione, forse anche per la concorrenza delle Rsa. Ridimensionato anche il numero degli stranieri (-7,4%). Gli esperti: fenomeno di difficile lettura

Ci sono meno colf e badanti a Como, soprattutto meno collaboratori domestici stranieri.

Nonostante l’invecchiamento medio della popolazione, il numero dei regolari contratti dei lavoratori che assistono i nostri anziani ha subito una contrazione. Nel 2022 rispetto al 2021 si sono ridotti del 6,7% i badanti e le colf presenti nelle nostre case, da 8.656 lavoratori la nostra provincia è passata a contarne 8.064. Il dato, rispetto a dieci anni fa, in realtà regge. Nel 2013 i collaboratori domestici erano 7.699, quindi c’è stato un aumento del 4,7%. Certo oggi la bilancia demografica nel Comasco pende sempre più verso la terza età ed i bisogni di cura sono in netta crescita.

Famiglie in difficoltà

Quel che invece è forse più interessante notare è che il calo maggiore si è verificato tra le colf e le badanti straniere. Nell’ultimo anno sempre nel Comasco sono passate da 6.442 a 5.965, una flessione del 7,4%. Dieci anni fa queste lavoratrici erano 6.277, quindi abbiamo perso il 5% di queste professioniste. Colf e assistenti stranieri sono oggi comunque la maggioranza, il 74% di queste lavoratrici arriva dall’estero. Soprattutto dall’est Europa, il 32%, da paesi come l’Ucraina in particolare. Il 17% invece proviene dalle Filippine e dai paesi dell’estremo oriente, il 9% dal sud America, pochissime le collaboratrici africane.

Al contrario oggi i collaboratori domestici italiani in forze a Como sono aumentati. Da 1.426, il 18% dei badanti totali al lavoro nel 2013, sono passati a 2.099, il 26% del settore.

I dati citati sono stati pubblicati dall’Osservatorio sui lavoratori domestici.

«Per i lavoratori stranieri provenienti dai Paesi più poveri c’è una fatica a venire e rimanere in Italia – commenta Giuseppe D’Acquaro, segretario di Fisascat Cisl dei laghi – inoltre occorre capire se il calo è legato all’aumento del lavoro nero. Il settore merita attenzione perché ha una grande rilevanza sociale per le famiglie e gli anziani. È importante garantire le tutele contrattuali». Le Acli a Como segnalano una difficoltà delle famiglie ad assumere queste preziose figure professionali. «Il bisogno di queste lavoratrici c’è – commenta Marinella Magnoni, segretaria dei pensionati della Cgil di Como – nei casi più gravi c’è la necessità di trovare anche più di una professionista per assistere al meglio gli anziani».

L’alternativa è domandare un letto alle Rsa, rinunciando però alla propria casa.

Case di riposo e ospedali

La diminuzione delle badanti regolari, un fenomeno di difficile lettura, potrebbe anche avere una ulteriore spiegazione. Queste lavoratrici, spesso esperte, negli ultimi tre anni si stanno muovendo verso professioni più stabili e meglio retribuite. Ad esempio diventa operatrici e assistenti sanitarie nelle case di riposo e negli ospedali. Con contratti stabili e più vantaggiosi.

Sul tema dalla Regione Lombardia l’assessore alla Famiglia e alla solidarietà sociale Elena Lucchini fa sapere che la giunta ha appena destinato due milioni di euro per il bonus assistenti familiari e per potenziare i registri di colf e badanti.

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