«Ti aspetto fuori, ho affilato il coltello»: le minacce prima del tentato omicidio

L’indagine Si aggrava la posizione delminorenne indagato per l’accoltellamento all’esterno del Venus: «Un atto preordinato»

Como

«Ti aspetto fuori, ho affilato il coltello. Ti taglio la gola». Sarebbero queste, secondo alcune testimonianze raccolte dagli inquirenti, le parole dette dal diciassettenne arrestato dalla polizia e accusato del tentato omicidio di un altro ragazzo di 19 anni, Nicolò P., con cui aveva iniziato a litigare all’interno della discoteca Venus Club nella notte tra sabato e domenica. I fatti sono noti, con il diciannovenne di Sagnino poi accoltellato fuori dal locale, in via Sant’Abbondio.

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Il minorenne (la cui identità è tutelata, per legge, dalla minore età) è stato arrestato, portato nel carcere del “Beccaria” e accusato del pesante reato di tentato omicidio aggravato dai futili motivi tutti riconducibili ad uno spintone ad una ragazza. Come è noto, il Questore, con un provvedimento eseguito nella giornata di mercoledì, ha chiuso il locale per 10 giorni. I due protagonisti di questo fatto di sangue, ed anche il secondo arrestato (il maggiorenne Niccolò Battistoni, ai domiciliari) erano infatti tutti presenti all’interno del Venus Club nella serata poi sfociata nella lite. Proprio per motivare la chiusura della discoteca, è stata fatta una ricostruzione di quanto accaduto che contiene passaggi inquietanti a partire dalle minacce, pronunciate – secondo testimoni – dal minorenne nei confronti del diciannovenne subito dopo il primo litigio. Quindi, secondo quanto appurato dalla squadra Mobile, il minorenne sarebbe uscito dalla discoteca con l’intenzione di attendere il rivale. Un atto «deliberatamente preordinato». Sempre secondo quanto ricostruito, il diciottenne arrestato e accusato di aver agito in concorso con il minore, sapeva dell’arma tenuta dall’amico. Nonostante questo, contesta la polizia, non avrebbe preso alcuna contromisura per evitare che accadesse quanto poi avvenuto. Infine la squadra Mobile sospetta pure che un parente del minore – che era riuscito ad arrivare a casa prima di essere fermato dalla polizia - possa aver aiutato il diciassettenne a “nascondere” le prove, cercando di lavare i vestiti indossati quella sera. Una ricostruzione che getta ombre inquietanti sull’accaduto.

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Intanto ieri è intervenuto sui fatti di via Sant’Abbondio il consigliere regionale di Forza Italia Sergio Gaddi: «Ci deve essere tolleranza zero per questi ragazzini. Spesso le forze di polizia hanno le mani legate. Questi minorenni sfruttano il fatto di potersi permettere certe cose, ma mi auguro che finiscano in carcere e ci restino. La discoteca? Dovrebbe essere aperta di più e non di meno, perché almeno all’interno del locale i ragazzi potrebbero essere controllati dalla sicurezza, cosa che non può avvenire fuori, ed infatti l’accoltellamento è avvenuto all’esterno. Non si possono chiudere le scuole se un ragazzo picchia un insegnante, e non si può chiudere una discoteca per una lite all’esterno».

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