Covid e influenza: si corre ai ripari. Liberati 20 letti, interventi rinviati

Sanità Le misure decise dal Sant’Anna su input della Regione. Stop operazioni non urgenti. Il direttore sanitario: «Più posti per i pazienti in arrivo dal Pronto soccorso, ce n’è bisogno»

Boom di influenza e Covid, gli ospedali costretti a liberare letti per i malati e a rinviare le operazioni non urgenti. Superato il Natale, la stagione influenzale in Lombardia come nel Comasco ha superato la massima circolazione registrata nel 2022. L’intensità delle infezioni è molto alta e stando alle stime calcolate dalla rete dei “medici sentinella” in una provincia come la nostra le sindromi simil influenzali nell’ultima settimana hanno riguardato più di diecimila cittadini.

Le contromosse

Dunque la Regione ha chiesto agli ospedali di liberare una quota di posti letto dedicati alla riabilitazione, ma anche di riprogrammare le operazioni rinviabili. «Ed è ciò che ha fatto da subito l’ospedale Sant’Anna – spiega Brunella Mazzei, direttore sanitario dell’Asst Lariana – abbiamo ridotto l’attività chirurgica programmata per dedicare dei letti in area medica. A regime, in tutto, una ventina. In questo modo possiamo dare più spazio ai tanti accessi in arrivo al Pronto soccorso, dove la pressione resta costante. Ovviamente tutto ciò che è urgente viene sempre garantito, così pure gli interventi oncologici e traumatologici».

L’esempio più classico della chirurgia da rinviare è un intervento pediatrico alle tonsille, un’attività di routine di solito programmata con largo anticipo perché non ha una urgenza importante, salvo casi rari e complicanze non è un bisogno di cura che richiede una risposta immediata. Secondo l’Asst Lariana comunque il volume delle prestazioni rinviate non dovrebbe avere un impatto notevole. Durante il periodo natalizio peraltro c’è una fisiologica riduzione delle prestazioni erogate anche per ragioni legate alle ferie e alle vacanze.

Pochi i vaccinati

Certo tutto dipende dal picco dell’influenza e dai casi Covid. «Ma dipende anche dalle vaccinazioni – dice ancora Mazzei – i cittadini responsabilmente devono vaccinarsi per mettersi al riparo dall’influenza e dal Covid e quindi dalle possibili complicanze e riacutizzazioni. Invece purtroppo c’è stata una scarsa adesione da parte della cittadinanza alla campagna vaccinale». L’ultimo aggiornamento fornito dalla Regione a Natale riporta 100.814 vaccini influenzali somministrati a comaschi, un numero di poco inferiore rispetto alla campagna 2022, con una copertura comunque superiore al 60% tra gli over 60.

Mentre i vaccini anti Covid somministrati sempre in provincia di Como sono stati solo 30.249, quasi il 40% meno rispetto all’anno scorso.

Il parziale blocco ai ricoveri non urgenti disposto in Lombardia vede coinvolte anche le strutture accreditate, in particolare i presidi che hanno posti letto dedicati alla riabilitazione e che devono invece accogliere pazienti più gravi in questo delicato momento di picco influenzale. I trasferimenti dagli ospedali pubblici centrali, come il Sant’Anna per Como, dovrebbero abbassare la durata delle degenze e facilitare il turn over interno ai reparti. Almeno fino a metà gennaio, infatti secondo le previsioni dei virologi l’epidemia da influenza e Covid non si attenuerà fino all’Epifania.

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