Covid, numeri in crescita: più di 70 ricoverati ma pochi si vaccinano

I numeri Nell’ultimo mese sul territorio lombardo i contagi sono aumentati del 70%. Sono pochi ormai però i pazienti che eseguono il tampone, più semplice monitorare i ricoveri

Covid, i pazienti ricoverati in ospedale salgono a una settantina.

Nell’ultimo mese nel territorio lombardo i contagi sono aumentati in maniera importante, in termini percentuali di circa il 70%.

Anche l’incidenza nel Comasco è cresciuta in maniera analoga, ma in termini assoluti i dati relativi alle infezioni sono ormai poco puntuali. Tanti pazienti infatti non eseguono il tampone, senza più restrizioni e obblighi il tracciamento di fatto non esiste. È pur vero che gli ambulatori dei medici di medicina generale in città sono stracolmi di pazienti con sintomi simil influenzali, per la maggior parte per fortuna blandi e senza conseguenze.

È quindi più significativo monitorare l’andamento dei ricoveri. Nell’ultima settimana i pazienti positivi in cura negli ospedali lombardi sono saliti da 431 a 724, nei nostri presidi siamo passati da una sessantina a più di settanta casi.

Sono più precisamente 38 i pazienti Covid al Sant’Anna di cui due pluri patologici in terapia intensiva in ragione delle delicate condizioni di salute. Altri sette sono seguiti a Cantù, a questi numeri si sommano gli arrivi in Pronto soccorso e una ventina di casi oggi in carico al Valduce. Proprio dalla direzione sanitaria dell’ospedale di via Dante notano un costante afflusso di pazienti positivi con problemi di tipo respiratorio. Soprattutto anziani, fragili e senza una recente copertura vaccinale.

Perché se la campagna antinfluenzale procede speditamente la campagna anti Covid va a rilento. Da ottobre a ieri le nuove vaccinazioni eseguite sono state 23.187 in tutta la nostra provincia. Per avere un termine di paragone i cittadini comaschi over 60 a cui le nuove dosi erano inizialmente destinate sono oltre 182mila. La copertura sulla popolazione complessiva è davvero scarsa.

Il picco a Natale

Secondo medici e virologi il picco peraltro non è ancora arrivato. La massima diffusione è attesa durante le vacanze di Natale. Proprio quando anche l’influenza arriverà all’apice della stagione. Con possibili ripercussioni su ospedali e ambulatori che già oggi si intravedono.

Sotto controllo

Detto che le autorità sanitarie ribadiscono che per ora la situazione è sotto controllo. Ciò nonostante come immaginabile i camici bianchi continuano a suggerire i vaccini come misura preventiva, di contro però non ottengono molto ascolto tra i loro assistiti.

«Siamo circa al 10% di posti letto occupati da casi Covid – commenta il virologo lombardo Fabrizio Pregliasco –. La proporzione non è certo drammatica, ma i ricoveri sono significativi. Come pure i casi, che però sono sottostimati perché per fortuna per gran parte della popolazione i sintomi sono blandi. Siamo in una fase di crescita, a cui si somma l’arrivo dell’influenza. Con un picco combinato delle due infezioni che attendiamo durante le festività che rappresenta un ulteriore elemento di criticità. Quanto alle vaccinazioni anti Covid ormai non ho molte speranze, l’adesione è molto scarsa».

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