Giostrai in corteo con trenta camion: «Fateci lavorare». Code per due ore

Como Protesta degli animatori del tradizionale Luna Park a Muggiò, cancellato dal sindaco. Percorso fino in centro ripetuto tre volte, davanti al Comune agenti in tenuta antisommossa

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I clacson dei giostrai, ieri pomeriggio, hanno ruggito per oltre dure ore in centro città, uniti al grido «Fateci lavorare». Più forti durante il passaggio davanti a Palazzo Cernezzi - protetto dagli agenti in tenuta antisommossa - e costanti per tutto il percorso ad anello, percorso tre volte così come era stato autorizzato. Più di trenta i camion e furgoni in strada, a passo d’uomo, per protestare contro la decisione del sindaco Alessandro Rapinese di negare lo spazio al Luna Park in Piazza d’Armi a Muggiò, interrompendo così la tradizione pasquale lunga cento anni. Inevitabili e pesanti i disagi al traffico, per i quali i giostrai si sono scusati anticipatamente sottolineando che «la colpa è del vostro sindaco, stiamo rivendicando il nostro diritto al lavoro».

I manifestanti si sono radunati all’ora di pranzo a Muggiò, nello spazio da sempre destinato al Luna Park, dove resta solo il maxi striscione che circonda l’area – per ora ancora vuota – con le foto delle attrazioni che quest’anno non arriveranno. Verso le 12.30 i primi camion hanno raggiunto – scortati dalle forze dell’ordine – piazza Cavour dove è stato organizzato un presidio fisso con volantinaggio, per spiegare ai passanti il motivo della protesta. Mentre qualche minuto dopo le 13 è partito il corteo vero e proprio, con la massiccia presenza della polizia locale, supportata da carabinieri e Guardia di finanza, pronti a intervenire in caso di bisogno.

Giostrai in corteo con trenta camion: «Fateci lavorare». Code per due ore. Video di Andrea Butti

Iniziativa “rumorosa”

Quindi la discesa in città passando dalla Napoleona, l’imbocco di via Milano e il giro ad anello lungo via Nazario Sauro, piazza Cavour, Lungo Lario Trento, per risalire poi da viale Roosevelt e ricominciare da capo.

Il traffico è stato bloccato solo al passaggio dei mezzi pesanti, ma tanto è bastato a creare code, forse meno pesanti di quelle che ci si aspettava alla vigilia della manifestazione. Il tutto si è concluso anche in anticipo: prima delle 15.30 (e non alle 16, come da programma) i camion hanno ripreso la strada per Muggiò, dove si sono riuniti a conclusione della protesta.

Il corteo è sicuramente riuscito nell’intento di farsi sentire e sono stati tantissimi i comaschi – anche qualche turista – che hanno filmato il passaggio dei camion in città, qualcuno anche battendo le mani e incoraggiando i giostrai a far sentire la propria voce. Eloquenti i cartelloni attaccati sui mezzi: «Per voi è un divertimento, per noi un lavoro», ma anche «Non si possono cancellare cento anni di tradizione».

Le ragioni dei manifestanti

«Siamo qui a far valere i diritti del nostro lavoro – tuona Mario Maggi, tra i rappresentanti dei giostrai - chiediamo solo di poter lavorare e continuare la tradizione del Luna Park che da cento anni è qui a Como. Pur creando disagio nelle vie, abbiamo comunque visto che la gente ci applaudiva, hanno capito perché eravamo lì. L’area è libera, negarci quello spazio è una cattiveria: oggi ci sono persone di varie province italiane per rivendicare questo nostro diritto. Vorrei anche sottolineare che non andremo a Lecco, come detto da qualcuno: quello è un altro Luna Park, noi saremo senza lavoro per questo periodo. Abbiamo cercato in tutti i modi di parlare con il sindaco e fargli capire l’importanza del nostro lavoro e la funzione sociale che abbiamo».

Rapinese non ha fatto alcun passo indietro. Consapevoli che quest’anno ormai è perso, i giostrai si stanno già muovendo per cercare di riportare il Luna Park a Como nel 2025 e, probabilmente, quella vista ieri non sarà l’unica manifestazione. Come si dice da quelle parti, insomma: altro giro altra corsa.

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