Stadio, sui mille posti è suonata la sveglia: «Lunedì diamo l’ok»

Il caso Il presidente di Enac risponde alle mail dei tifosi e promette di concedere il via libera alla nuova torre faro. All’Aeroclub, però, ancora nessun comunicazione

È arrivata ieri sera dall’Enac la conferma di una voce che si era sparsa già dalle prime ore del pomeriggio. Subissato dalle mail dei tifosi del Como, il presidente Pierluigi Umberto Di Palma ha promesso che lunedì arriverà il suo attesissimo via libera, l’okay di approvazione, una sorta di omologa della nuova torre faro ulteriormente modificata in ossequio alle nuove norme di sicurezza dell’Ente nazionale per l’aviazione civile. La torre, come noto, è quella che incombe sulla curva est lato lago, recentemente ridipinta di bianco e di rosso come prevedono i regolamenti di volo. Di Palma ha replicato ai tifosi confermando il suo impegno a chiudere la questione aggiungendo scherzosamente che sarà poi loro cura, dei tifosi, invitarlo a una partita.

L’altro fronte

Come noto, l’approvazione di questa benedetta torre era uno dei passaggi fondamentali per consentire l’aumento della capienza dello stadio e della curva in particolare, che peraltro è già predisposta ad accogliere un migliaio di tifosi in più.

Ce n’è parecchio bisogno, ed è un bisogno concreto alla luce delle centinaia di richieste di ingresso sia per il match di sabato 24 - contro il Parma capolista - sia per quello con il Venezia, altro avversario di questa corsa alla promozione diretta.

Però attenzione a festeggiare: all’Aeroclub, sempre ieri sera, ancora si attendeva una comunicazione da parte di Enac, che paradossalmente scrive ai tifosi ma non agli enti direttamente coinvolti.

Ieri qualcuno ha anche fatto trapelare che, chiusa una questione, se ne potrebbe aprire un’altra. Sui tavoli di prefettura e questura c’è infatti il dossier giardini, che come si sa sono al centro di un importante intervento di restauro. È un punto critico, quello dei giardini, perché è ovvio che cantieri e tifo organizzato non vanno d’accordo. In altre parole in prefettura si chiedono garanzie sull’assenza di cantieri nella zona dei giardini più vicina allo stadio o, in alternativa, di separare le due zone con una recinzione metallica più o meno inamovibile - quantomeno fintanto che non saranno completati i lavori - simile a quella, sia pure più corta, che in occasione dei match casalinghi viene collocata in viale Puecher per garantire la separazione tra tifosi di casa e tifosi ospiti. Dovrebbe avere due varchi, uno all’altezza di via Corridoni, l’altra all’altezza del monumento ai Caduti, e i due varchi, in occasione delle partite, dovrebbero essere sorvegliati da personale addetto alla vigilanza.

Una corsa contro il tempo

La questione sembra comunque risolvibile a brevissimo e non dovrebbe essere la ragione di un ulteriore rinvio. Anche perché la partita di sabato con i “ducali” non è considerata a rischio per l’ordine pubblico. Qualche timore in più c’è per la partita contro il Venezia; se non per questa settimana, la questione giardini andrà risolta nelle due successive. La partita con il Venezia è in programma domenica 3 marzo.

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