Donna di 50 anni raggirata al telefono: «La stanno truffando, prelevi tutto». Ma i truffatori (veri) erano loro

Il caso È una storia a lieto fine quella emersa la scorsa settimana, con il recupero integrale dei soldi da parte della vittima: si parla di circa 10mila euro

«Buongiorno, cercavo l’agente della polizia postale che mi ha contattato prima, ho un appuntamento con lui».

«Signora, ma qui non c’è la persona che sta cercando, nessuno ha quel nome».

È emersa in questo modo, sul finire della scorsa settimana (anche se la notizia si è saputa solo ieri), un’ennesima storia di truffe e raggiri che stava avvenendo nella nostra provincia, con vittima una signora cinquantenne. Una storia che per fortuna ha avuto un lieto fine con anche il recupero integrale dei soldi che stavano per scomparire, circa 10 mila euro, e che invece proprio la Postale è riuscita a intercettare. Segnalazione che è già anche finita negli uffici della Procura.

Decisivi, per il buon esito della vicenda, sono stati l’intuito degli agenti ma anche lo scrupolo della vittima che dopo essere stata contattata da un “poliziotto” (finto ovviamente) che la informava di una truffa che stava per subire, con tanto di appuntamento fissato proprio negli uffici della polizia postale, ha preferito richiamare per farsi confermare l’incontro scoprendo che in realtà era tutto un tranello, che quell’appuntamento non solo non c’era ma che gli agenti nemmeno conoscevano il nome del collega, e che tutto questo era stato orchestrato dai truffatori solo per consentire loro di avere il tempo per portare a termine lo svuotamento del conto della vittima.

La signora, 50 anni comasca, riceve una telefonata dal numero della sua banca con un sedicente funzionario che la informa di una truffa in atto che mirava a portare via dal conto i 10 mila euro contenuti. Per rendere ancora più credibile il raggiro, la stessa vittima riceve poco dopo una seconda telefonata, questa volta dal numero della polizia postale dove un finto agente le conferma quello che sta avvenendo, invitandola a correre in banca a togliere i 10 mila euro dal conto, girandoli immediatamente su un altro conto aperto per “salvarla”.

La donna crede a quanto sta avvenendo, anche perché i numeri da cui riceve le telefonate sono effettivamente quelli della sua banca e della polizia postale, questo grazie alla tecnica denominata “spoofing”, che altro non è se non un attacco informatico in cui il malvivente si accredita per qualcuno o qualcosa che non è usandone ad esempio – dopo essersi inserito nel sistema – il numero di telefono.

La signora si presenta così in banca per fare un bonifico da 10 mila euro sul conto indicato. Il funzionario capisce che qualcosa non quadra, ma la signora insiste (i truffatori le avevano fatto credere che il funzionario di banca era coinvolto nel raggiro e per questo non avrebbe voluto far uscire i 10 mila euro dal conto). Quando però tutto sembrava compiuto, ecco il dubbio che sorge nella mente della vittima che richiama la polizia postale per chiedere conferma dell’appuntamento cui avrebbe dovuto recarsi. È stato a questo punto che gli agenti hanno intuito quello che stava avvenendo, bloccando il tutto, intervenendo subito e riuscendo a recuperate i 10 mila euro del raggiro che stavano già per finire nel conto dei truffatori. Tutti dati che sono finiti nelle mani della postale che ha poi segnalato l’accaduto alla procura di Como che ora sta indagando per cercare di risalire ai due autori della truffa.

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