Nel traffico seguendo il navigatore: il caos paralizza le strade di quartiere a Como

Viabilità Da Camnago Volta a Monte Olimpino, gli effetti della caccia al percorso alternativo. Percorsi secondari spesso intasati, per molti residenti la situazione è «pericolosa e invivibile»

Le principali strade cittadine sono troppo trafficate e così gli automobilisti si avventurano lungo scorciatoie e percorsi alternativi che finiscono per intasare anche la piccola viabilità di quartiere.

Gli esempi con ogni probabilità non sono esaustivi, di sicuro però uno degli accessi alla città più critici al mattino in orario pendolare è via Oltrecolle. Le macchine sono ferme in coda già ad Albese e dunque arrivate a Tavernerio svoltano verso via Zampiero prima e verso via Rienza poi. Chi abita da queste parti assicura che fino ad un anno e mezzo fa queste strade non erano troppo battute. Mentre adesso tra le 7.30 e le 8.45 è tutto sistematicamente bloccato.

La situazione di via Bellinzona

«Ci sono imbocchi non regolati, poco visibili – racconta Claudia Cantaluppi – con un carico di auto eccessivo per le nostre stradine. Abito qui da vent’anni, la situazione di recente sta diventando invivibile». C’è anche chi si avventura da Camnago Volta verso via Pannilani quando l’uscita verso la città da via Briantea è bloccata. Passaggi dove ci sono strettoie pericolose. Del resto sono percorsi suggeriti dai telefonini, che calcolano le strade più rapide in diretta.

Succede così anche dall’altra parte della città, attorno a via Bellinzona. Una zona dove il traffico scorre a rilento complici anche i vicini lavori alle gallerie autostradali. Invece di stare in coda di ritorno dalla dogana quindi c’è chi svolta in via al Roccolo, gira in via Artaria, scende da via Ostinelli per poi percorrere via Comerio e arrivare più in basso, in via Riviera. O viceversa nella direzione opposta. Sono tutte stradine strette, di sicuro inadatte a carichi di traffico importante.

«Serve un minimo di educazione stradale e rispetto per i pedoni – dice Georgie Monga, residente e titolare del bar Highlander – Da queste stradine passano a piedi bambini e nonni, non possono correre ogni giorno file di macchine che tentano di tagliare il traffico principale. Tanto più se questi automobilisti accelerano senza troppi scrupoli».

Non bisognerebbe affidarsi ciecamente ai navigatori. Più in generale alla città servirebbero nuove infrastrutture e una rete stradale rinnovata. Nella maggior parte dei casi non ci sono percorsi alternativi e attraversare Como centro negli orari più critici diventa un vero viaggio.

Interventi e progetti al palo

«È una questione seria di sicurezza viabilistica – riflette Mario Lavatelli, presidente di Acus, l’associazione comasca utenti della strada – il piano del traffico comunale, Google Maps alla mano, dovrebbe affrontare questo aspetto. Le ripercussioni del traffico sulle strade secondarie e il fenomeno dei navigatori nelle piccole vie di quartiere. Per limitare la paralisi però bisogna anche attuare delle scelte, al momento troppe proposte sono ferme». Anche linee già contenute negli atti approvati dal Comune. «Non le grandi opere, ma anche degli interventi banali – dice ancora Lavatelli – troppe strade di quartiere non sono considerate a dovere».

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