Il Luna Park dopo il no del Tar: «Ora scriveremo a Mattarella»

Muggiò I giostrai contro la decisione del Comune di ridurre molto gli spazi: «Per noi è anche un danno emotivo. Di mezzo ci sono le vite di 200 persone»

«Rinunciare al Luna Park a noi crea non solo un grave danno economico, ma ci toglie anche la dignità di vivere. Dopo tre generazioni, per la prima volta non sapremo dove andare in quei due mesi».

Non si placano le polemiche degli operatori del Luna Park che, su decisione della giunta comunale, da quest’anno vedrà una drastica riduzione degli spazi. Stando al bando recentemente pubblicato, i posti disponibili per le attrazioni saranno infatti soltanto sette a cui se ne aggiunge uno per attività complementari, passando da 25mila a 5mila metri quadrati. In pratica le giostre potranno essere posizionate soltanto in uno spicchio di fianco alla piscina e non più in tutto il resto dello spazio recintato tra via Sportivi Comaschi e via Muggiò.

Il pronunciamento del Tar

Dopo che il Tar ha respinto la richiesta di sospensiva dei provvedimenti impugnati, avanzata per chiedere di annullare la delibera del Comune, ora i giostrai si preparano a scrivere anche al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, per cercare di convincere l’amministrazione comasca a tornare sui propri passi. «Vogliamo portare all’attenzione il nostro stato d’animo e la situazione di vita – spiega Danilo Parisi, uno dei rappresentanti dei giostrai -. Il sindaco di Como, dopo tre generazioni di nostro lavoro svolto sul Comune nel periodo pasquale, ci vuole mandare via cessando l’attività, ma anche la nostra vita. Per quei due mesi in cui lavoriamo a Muggiò, siamo cittadini di Como. Il nostro non è un lavoro normale come i pendolari che vanno a lavorare durante il giorno e poi la sera tornano a casa: noi abbiamo un itinerario di dieci, undici città e ogni anno è sempre lo stesso. La nostra vita è basata sul lavoro e le nostre abitazioni seguono le giostre, i figli vanno a scuola nelle città dove ci spostiamo, si parla di circa 35 bambini». Non solo, quindi, una questione economica che comunque ha un peso importante.

Un danno enorme

«Quando scade il periodo di concessione dal Luna Park dove siamo situati adesso, il Comune ci sfratta e inizia il lavoro a Como – prosegue Parisi -. I nostri bimbi resteranno a casa perché non potranno frequentare la scuola. Dietro il nostro lavoro, c’è la vita di 200 persone. Noi vogliamo far capire all’opinione pubblica che siamo gente come si deve, frequentiamo le scuole della città, facciamo la spesa, siamo anche impegnati nel sociale con attività per ragazzi disabili. Oltre al danno alla nostra economia, dove andremo ad abitare, a vivere? Contatteremo anche i servizi sociali per smuovere le cose, non possiamo essere trattati in questa maniera. Il danno emotivo che si sta creando alla nostra comunità è enorme. Tutti i partecipanti di Como sono sulla strada: chiediamo semplicemente un posto dove svolgere il nostro lavoro».

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