Il medico arrestato, a casa sequestrati decine di ricettari in bianco. Ora si indaga sulle farmacie del territorio

L’inchiesta Tutti gli stratagemmi usati dal camice bianco arrestato per non farsi scoprire. E adesso gli inquirenti danno la caccia a possibili acquirenti di morfina avuta illegalmente

Il medico arrestato per essersi fatto pagare dal servizio sanitario nazionale qualcosa come 8.500 dosi di morfina in un anno e mezzo, si presentava nelle farmacia e compilava le ricette rosse per il padre e la madre anche al bancone. Prima si sincerava di quante fiale fossero presenti nella cassaforte degli stupefacenti, così da potersi garantire un ritiro immediato.

I finanzieri che, insieme ai poliziotti della squadra mobile di Como, hanno arrestato mercoledì mattina il dottor Marco Felice Civitillo, medico di guardia dell’Ats, residente ad Albate, hanno indagato a lungo nelle farmacie del territorio bazzicate dal camice bianco. Per capire due cose. La prima: nessuno ha sospettato che un medico si presentasse di persona a ritirare fiale di stupefacente per conto di parenti? La seconda: era sempre lui a presentarsi al banco, oppure erano i genitori? Sul primo quesito, gli uomini del nucleo di polizia economico finanziaria di Como hanno registrato spiegazioni come quella che segue: «Ho sempre dovuto consegnare i farmaci, in considerazione dell’autenticità delle ricette e della loro corretta redazione». Come dire: di fronte a una regolarità formale, nessuno si è insospettito. Anche perché, solitamente, il medico cambiava spesso farmacia, tornando in quelle già visitate in precedenza magari solo dopo un mese, per non destare sospetti.

Sulla seconda domanda, solo in rarissimi casi in farmacia si è presentato il padre del dottor Felice Civitillo. Altrimenti era sempre lui a depositare le ricette rosse, quelle totalmente a carico del servizio sanitario nazionale.

Il modus operandi

In realtà il giro compulsivo di farmacie di tutta la provincia, almeno nella lettura degli atti che fa la Procura di Como - l’inchiesta è coordinata dal pubblico ministero Michele Pecoraro - il medico di guardia di Albate lo faceva anche per un altro motivo. Per ogni ricetta è possibile prescrivere un solo medicinale per una cura di durata non superiore ai trenta giorni. Per questo motivo lui compilava più ricette, tenendo conto dei limiti massimi, peraltro prelevandole da blocchetti differenti così da rendere più difficile ricostruire con esattezza tutti gli acquisti e per cercare di non destare sospetti.

La perquisizione

È proprio per questo motivo che, nel corso della perquisizione avvenuta durante l’arresto - operato da polizia e gdf congiuntamente - che gli investigatori hanno trovato numerosi blocchetti in bianco di ricettari rossi. E dopotutto non stupisce, visto che tra il gennaio 2021 e il febbraio 2023 Marco Felice Civitillo ha richiesto (e ottenuto) da Ats Insubria qualcosa come ben 23 ricettari, due dei quali restituiti perché ormai esauriti.

Alla fine i conti degli investigatori, allo stato dell’indagine, sono i seguenti: 652 prescrizioni firmate su ricette rosse in un anno e mezzo, di queste solo 62 nei confronti di pazienti che si sono rivolti al medico di guardia. Il tutto per un totale di ben 8.546 dosi di morfina, sempre nell’arco di 18 mesi, pari a un totale di 213mila milligrammi (213 grammi) di principio attivo. Una mole tale che, secondo l’accusa, parte di quelle fiale dovevano per forza finire anche ad altri. Ed è qui che si concentra la nuova fase dell’indagine: cercare eventuali acquirenti.

© RIPRODUZIONE RISERVATA