In arrivo i primi vaccini anti Covid
Case di riposo, non tutti aderiranno

Al Don Guanella aderisce solo il 60% - Ca’ d’Industria: «Stiamo facendo un video promozionale - Ma la sensazione è che ci sarà chi non lo vorrà fare»

A gennaio anche a Como arriverà il vaccino anti Covid, ma non tutti hanno intenzione di farlo.

Nella Rsa del Don Guanella per esempio il 40% degli operatori sanitari ha detto di no. Tra le prime categorie che dal prossimo mese riceveranno i vaccini per difendersi dal virus ci sono i sanitari, i medici e gli infermieri degli ospedali, ma anche gli ospiti e gli operatori delle case di riposo, le strutture più colpite quest’anno dalla pandemia.

Sono circa 19mila cittadini comaschi. In questi giorni l’Ats Insubria sta raccogliendo per conto della Regione l’esatto numero di persone che devono e vogliono essere vaccinate, tutta la macchina sanitaria e amministrativa deve predisporre un grande piano vaccinale.

«La nostra indagine interna ha calcolato un 60% di sanitari e operatori disposti a vaccinarsi – dice Carlo Guffanti, direttore del Don Guanella – Del resto è una libera scelta, non c’è alcun tipo di imposizione o di obbligo. Non so dire se un 60% di adesione sia tanto o poco, se altrove ci sia una partecipazione massiccia oppure no. Posso però fare poco se tutto è lasciato alla coscienza di ciascuna persona. Quanto agli ospiti faremo opera di informazione e di convincimento, anche, se non soprattutto, con i familiari e i tutori».

Le prime statistiche in arrivo a livello nazionale segnano una prudenza piuttosto marcata dei sanitari e degli operatori nei confronti del nuovo vaccino. Di fatto il primo siero, quello dell’americana Pfizer, sta per essere approvato soltanto adesso dagli enti regolatori europei e nazionali.

Alcuni virologi, per esempio Andrea Crisanti, si sono perciò espressi in maniera cauta, altri l’hanno invece attaccato ribadendo l’importanza del nuovo vaccino. «Anche da noi l’impressione è che l’adesione non sarà totalitaria – dice GianMarco Beccalli, presidente della Ca’ d’Industria – ancora però non abbiamo i dati definitivi da trasmettere all’Ats Insubria. Stiamo comunque realizzando dei video, una specie di campagna di promozione, anzi di sensibilizzazione. Vogliamo spiegare a tutti come funziona il vaccino, quanto è efficace e quanto è sicuro. In maniera tale che nessuno abbia dei dubbi. Comunque confermo che c’è ancora un po’ di scetticismo. Anche la campagna per il vaccino antinfluenzale non è arrivata certo al 100%».

L’Asst Lariana per i suoi medici e infermieri non ha ancora numeri ed adesioni formali sul vaccino anti Covid. Nemmeno delle percentuali sul vaccino antinfluenzale. Ma secondo il polso di medici esperti come Giuseppe Carrano, direttore delle attività cliniche e referente sindacale della Cgil, non tutti i sanitari comaschi si sono vaccinati per difendersi contro l’influenza. Nemmeno quest’anno, un anno reso delicatissimo dalla pandemia. Per questo il mondo della medicina stesso ha sollevato il tema dell’obbligatorietà dei vaccini per i sanitari.

Se dottori e infermieri si proteggono possono continuare a curare e non trasmettono ai pazienti il male. Molti ordini e sindacati però rifiutano la coercizione e si appellano alla libertà individuale, sicuri comunque che nel 2021 dopo la pessima annata del Covid tutti correranno a fare il vaccino.

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