Influenza, dopo il boom calano i pazienti. Timori per il nuovo ceppo? «Infondati»

Salute Al Sant’Anna meno pressione sul Pronto soccorso e ora si parla di «cauto ottimismo». Allarme per la “suina” a Vicenza, ma qui nessun caso. L’esperto: «Non c’è motivo di preoccuparsi»

Superato il picco della stagione influenzale in ospedale si nota un primo calo degli accessi in Pronto soccorso, i medici parlano di «cauto ottimismo».

La situazione

Durante le feste di Natale anche a Como gli ospedali sono stati presi d’assalto per colpa delle infezioni invernali. Influenza, Covid e virus sinciziale hanno costretto a letto fino a 10mila comaschi a settimana. I più fragili e timorosi hanno chiesto aiuto ai reparti di Emergenza urgenza.

È stata una ondata mai così pesante da decenni. Ora però dai 191 accessi toccati il 2 gennaio il Sant’Anna ha registrato negli ultimi giorni una relativa discesa, 117 pazienti lunedì. Anche il Sant’Antonio Abate di Cantù è passato da 91 accessi toccati il 30 dicembre ai 63 dell’8 gennaio. Il primario del reparto di Emergenza urgenza dell’Asst Lariana Roberto Pusinelli si dice «cautamente ottimista». E così pure il direttore sanitario Brunella Mazzei che aveva disposto sotto Natale l’allestimento di venti letti aggiuntivi a San Fermo per reggere l’urto dei tanti ricoveri. Una misura che definisce «fondamentale», ma che ora, incrociando le dita, sembra meno stringente. Molto dipenderà da alcune variabili ancora aperte, per esempio il rientro nelle scuole e negli asili, avvenuto solo questa settimana.

Le cronache locali, per esempio in Veneto, riportano però alcuni decessi per colpa dell’influenza ribattezzata “suina”. L’ospedale Sant’Anna fa sapere che non è stato investito da simili casi.

«L’influenza di tipo A h1n1, ribattezzata suina, è in realtà un’influenza tradizionale – spiega Lorenzo Giorato, responsabile scientifico provinciale della Società italiana di medicina generale – come rete di medici sentinella inviamo ai laboratori dell’università Statale di Milano ogni settimana dei campioni per le analisi epidemiologiche. Nei report le positività a questo virus sono percentualmente importanti. Ma non è un ceppo sul quale c’è particolare allarme, non comporta sintomi più gravi. I dati sulla mortalità sono in linea, una quota di decessi da influenza c’è sempre stata. Certo quest’anno la stagione influenzale ha avuto portata storica, la diffusione è stata davvero imponente. Quindi è chiaro che su numeri tanto alti aumenta la probabilità che si registrino complicanze severe e ospedalizzazioni».

Anche contro il virus influenzale h1n1 resta valido il sempre consigliato ricorso ai vaccini, preparati all’inizio della stagione influenzale per difendere i cittadini contro un ampio spettro di virus influenzali.

Le vaccinazioni

Le vaccinazioni antinfluenzali a campagna ormai conclusa a Como e provincia si sono fermate a quota 104mila dosi inoculate, più del 60% a cittadini over 60. Vuol dire, oltre a questa età, raggiungere una copertura media pari a circa il 33%, mentre nella popolazione generale la percentuale arriva al 17%. Le vaccinazioni anti Covid sono andate molto peggio, meno di 32mila dosi sempre più del 60% agli over 60, quindi il 10% di copertura oltre i sessant’anni e il 3% sulla popolazione totale sempre nella nostra provincia.

© RIPRODUZIONE RISERVATA