Libertà di presepe nelle scuole: «A Como mai nessun divieto»

La polemica Le reazioni dei dirigenti alla proposta di legge di Fratelli d’Italia. Grohovaz: «Condivisione e tolleranza». Branchini: «Culture da conoscere»

Sì al presepe a scuola, a discrezione degli insegnanti, nel rispetto di tutti e senza imposizioni. Questo il pensiero dei presidi comaschi, dopo le polemiche per la proposta di legge depositata al Senato, prima firmataria Lavinia Mennunni di Fratelli d’Italia. Il provvedimento stabilisce che nelle scuole è vietato «impedire iniziative legate alle tradizionali celebrazioni del Natale come il presepe, recite e altre manifestazioni».

Tanti bimbi stranieri

Nessuno, insomma, potrebbe impedire di allestire un presepe negli istituti o di proporre attività legate alla tradizione. «Noi, come scuola, non abbiamo mai preso posizione a riguardo – chiarisce Valentina Grohovaz, dirigente dell’Ic Como Centro – abbiamo una percentuale molto alta di bimbi stranieri, il presepe si fa dove c’è la decisione di plesso degli insegnanti, nel rispetto di tutti. Qui non è mai stato vietato niente a nessuno. Se ci sono cattolici che vogliono fare il presepe lo fanno, nella tolleranza massima reciproca».

All’Ic di Prestino il presepe si fa, senza alcun ostacolo. «Non si offende nessuno e non abbiamo mai avuto contrasti, nessuno dei docenti si è mai opposto - spiega la preside Simona Convenga – Le scuole primarie sono piene di presepi fatti, ad esempio, con materiali di riciclo. Altrettanto comune è l’albero di Natale».

Originale quello realizzato alla primaria Corridoni di via Sinigaglia, dove i bambini hanno preparato un allestimento con i loro autoritratti, volto a trasmettere un messaggio di pace e fratellanza. Anche i bambini delle Canossiane si sono sbizzarriti insieme ai loro genitori, preparando ognuno il proprio presepe, poi esposto a scuola.

«Sia per chi è religioso che per gli altri, fare il presepe non può essere imposto per legge – precisa Silvana Campisano, preside dell’Ic Como Rebbio - È però giusto che tutti conoscano la figura storica di Cristo. Nelle scuole di Rebbio i bambini hanno dato un’interpretazione propria: per via Giussani il titolo è stato “Se Gesù nascesse oggi, cosa proverebbe?”. In via Cuzzi il tema era “Una casa per tutti” e lo stesso in via Varesina. Tutto all’insegna della condivisione, partecipazione e dialogo».

Valore aggiunto

«In un ambiente educativo e formativo vedo la diversità come un valore aggiunto – dice Massimiliano Branchini, dirigente scolastico dell’Ic Como Albate - Il problema non è vietare, ma far conoscere il bello che appartiene a tutte le culture. Noi non facciamo proselitismo ma semmai facciamo conoscere ai bambini e ai ragazzi una cultura che può unire e non dividere. Nella nostra scuola è stato allestito un presepe fatto dai bambini, sono delle vere e proprie installazioni artistiche».

Per Giuseppina Porro, preside dell’Ic Como Lago, i problemi su cui riflettere sono altri. «Io lascio totale libertà, ci sono plessi che si inventano presepi rivisitati, altri presepi tradizionali, altri ancora in cui non viene fatto. Il tema non mi appassiona, ci sono tante altre necessità a cui far fronte. Ma un’imposizione sarebbe una grave ingerenza nell’autonomia scolastica».

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