Visite e liste d’attesa: per l’oculistica se ne riparla nel 2025

Sanità Anno nuovo, vecchi problemi negli ospedali: al Valduce ben 364 giorni per un controllo agli occhi - Guai per dermatologia, nefrologia ed endocrinologia

Como

Il nuovo anno è iniziato male per chi deve effettuare una visita medica. Tante le segnalazioni di difficoltà nel prenotare visite ed esami e le testimonianze dirette alla redazione si moltiplicano sui social.

Chi prova con una ricetta programmabile (quindi sia chiaro senza particolari urgenze) a chiedere per esempio una visita oculistica al Valduce si vede proporre un appuntamento nel 2025. Tra più di un anno, insomma. L’attesa media secondo gli ultimi dati diffusi dallo stesso ospedale arriva infatti a 364 giorni. Per una cataratta al Sant’Anna, stando agli ultimi numeri pubblicati dall’Asst Lariana, bisogna aspettare 145 giorni. Nello stesso presidio per una colonscopia ci vogliono 197 giorni, a Cantù 123 e al Valduce 162. Per una visita dall’endocrinologo a San Fermo sono 158 giorni, dal nefrologo in via Napoleona 138. È forse peggio con i dermatologi, 345 giorni d’attesa al Valduce. Meno in via Napoleona, dove però praticamente è rimasta in servizio soltanto la responsabile dell’unità specialistica. Dunque è chiaro esiste anche un problema legato alla carenza di personale. Chiamare al numero diretto è quasi sempre inutile. Fatta ieri una prova con una ricetta tramite il fascicolo sanitario regionale non si trovano posti liberi nella Dermatologia se non per un singolo appuntamento tramite Asst Lariana ad Olgiate Comasco ad agosto. Zero visite tramite portale anche a Lecco, Varese e Monza.

I nuovi vertici di Ats e Asst appena nominati hanno fatto appello alla prevenzione e all’appropriatezza delle prescrizioni e hanno promesso di farsi carico dei pazienti più fragili per svuotare i Pronto soccorso. Per snellire le attese bisogna unire le forze, non intasare gli ospedali e soprattutto gestire meglio chi ha più spesso bisogno di cure. L’invecchiamento della popolazione è un fatto, stando alle stime regionali circa 150mila comaschi hanno almeno una patologia cronica.

Presentando il nuovo piano socio sanitario l’assessorato regionale al Welfare ha però sottolineato come il 50% dei pazienti cronici non aderisce alle raccomandazioni mediche. «È vero, appropriatezza e prevenzione sono due leve sulle quali tutti dobbiamo impegnarci – commenta Massimo Monti, segretario provinciale della Fimmg – non c’è dubbio. Però è altrettanto vero che almeno per alcune specialità le liste d’attesa sono eterne e da mesi non si vedono miglioramenti. A meno di andare lontano, anche a Sondrio, non si trovano appuntamenti nel pubblico».

L’alternativa è pagare. «È corretto prescrivere solo ciò che è davvero necessario – dice Massimo Gatto, referente comasco di Smi, altro sindacato dei medici – per noi questo è un obbligo. Esistono però anche le ragionevoli esigenze dei pazienti a fronte di una offerta in forte crisi rispetto ad alcune prestazioni».

«Giusto chiedere ai medici più rigore, come pure più prevenzione e responsabilità ai pazienti – aggiunge Raffaella Petruni, medico di medicina generale al lavoro in città – così potremmo risparmiare una grande mole di esami. Però per alcune richieste non c’è mai posto: chiedere a Como una colonscopia entro sessanta giorni ormai è inutile».

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